Eitan Biran, l’unico sopravvissuto alla tragedia della funivia del Mottarone, tornerà il Italia a vivere con la zia paterna Aya. Lo ha stabilito la Corte suprema di Tel Aviv che ha respinto il ricorso presentato dalla famiglia del nonno materno, i Peleg. Lo riporta l’emittente N12. Il rientro dovrà avvenire “entro 15 giorni” a partire da oggi.
Secondo la Cassazione, quindi, il minore ha ”vissuto in Italia quasi tutta la sua vita” e quindi non lo si può allontanare dalla ”sua residenza abituale”. Peleg, prosegue la sentenza, ”non ha fornito una motivazione valida per cui il ritorno in Italia possa provocare al piccolo un danno psichico o fisico”.
Confermata, quindi, la sentenza emessa a inizio mese da parte del Tribunale della famiglia di Tel Aviv, che aveva stabilito che Eitan dovesse vivere con la zia paterna Aya alla quale era stato affidato dal Tribunale di Torino.
Solo Aya Biran, secondo la Corte Suprema, ha diritto all’affidamento del nipote. Il giudice ha quindi parlato di ”rapimento” per descrivere il trasferimento dall’Italia a Israele del bambino.
Il magistrato ha inoltre riconosciuto che i precedenti tribunali avevano stabilito che i genitori di Eitan, entrambi deceduti dopo il crollo della funivia, avessero deciso di stabilirsi in Italia a tempo indeterminato, ovvero ”per un lungo periodo di tempo e senza fissare una data per il loro ritorno in Israele”.
”Lo Stato di Israele oggi ha rinunciato a un bambino ebreo indifeso”. Così la famiglia Peleg, i nonni e gli zii materni di Eitan, hanno commentato la decisione della Corte suprema di Tel Aviv. In una nota si legge che Israele ”ha rinunciato a un cittadino israeliano senza che la sua voce fosse ascoltata, a favore della vita in una terra straniera, lontano dalla sua amata famiglia”.
”Lotteremo in ogni modo legale per riportare Eitan in Israele e impedire la rottura del legame impostogli da sua zia dalla famiglia della sua defunta madre Tal”, aggiunge la famiglia. (ADNKRONOS).