Politica

Election day in Sicilia, i partiti frenano Musumeci sulle dimissioni

«Ancora qualche giorno». Così il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, risponde a chi gli chiede se abbia preso una decisione sulla possibilità di dimettersi anticipatamente per consentire l’accorpamento delle elezioni Regionali alle Politiche fissate per il 25 settembre.

Se volesse attendere la scadenza naturale del suo mandato, si andrebbe alle urne nell’Isola in una data da scegliere tra il 9 ottobre e il 13 novembre. Ma molti spingono perchè si anticipi e in questo caso il governatore dovrebbe fare il suo passo entro la prima decade di agosto». «Come ho già detto, sto incontrando i segretari regionali dei partiti della maggioranza e poi deciderò. Ancora qualche giorno», ha ribadito. Con un occhio, dunque, anche al tavolo nazionale del centrodestra di mercoledì, ormai imminente, che non potrà non discutere anche del caso Sicilia.

Lo stop dei partiti

Il problema è che è vero che c’è chi accelera per le dimissioni, ma c’è anche chi frena. Come molti partiti della coalizione, dagli Autonomisti di Raffaele Lombardo alla Dc nuova di Cuffaro: l’effetto trascinamento delle Politiche penalizzerebbe i simboli che non correranno per il rinnovo delle Camere. Il termine ultimo per far partire la macchina elettorale è l’8 agosto. Dunque Musumeci dovrebbe dimettersi entro i giorni precedenti.

FDI: “Musumeci il solo candidato”

«Il candidato di Fratelli d’Italia alla presidenza della Regione Siciliana è uno solo: Nello
Musumeci. La data delle elezioni regionali? La deciderà Musumeci, sentita la coalizione». Così l’assessore al Turismo ed esponente di FdI, Manlio Messina, a margine della presentazione del ‘Bellini International context’ che si terrà a Catania dal 1 settembre al 2 ottobre prossimi.

Barbagallo (PD): “In Sicilia nostro campo alternativo a Musumeci”

“Il campo in Sicilia c’è nei fatti. Non lo vogliamo chiamare progressista, né largo? Allora chiamiamolo col suo vero nome: il campo dell’alternativa a Musumeci, al disastro del suo governo, all’arroganza, alle clientele nella sanità e alle lottizzazioni di ogni spazio di potere”. Lo dice, in un’intervista al quotidiano La Sicilia, il segretario regionale del Pd in Sicilia Anthony Barbagallo.

“Il Pd è un partito serio. Noi, con le primarie in Sicilia – contrinua il segretario Dem – abbiamo preso un impegno. E non è che si sono fatte perché una mattina il segretario Barbagallo s’è svegliato e ha deciso così. Abbiamo tenuto le direzioni regionali a porte aperte, davanti ai giornalisti. C’è stata una trasparenza mai vista. Ma c’è stato soprattutto un percorso, in questi cinque anni, di condivisione di idee e di iniziative sui banchi dell’Ars come opposizione compatta che Musumeci ha provato a silenziare”.

“La politica ha i suoi tempi, i suoi luoghi. E la sua logica: nel governo Draghi c’era anche la Lega, ma noi non ci siamo mai sognati di fare un’alleanza con Salvini alle Regionali o nei comuni. Ripeto: il campo, in Sicilia, è naturalmente composto da tutti quelli che sono alternativi al disastro Musumeci. Non si può costringere nessuno a starci, ma noi siamo per mantenerlo e anzi allargarlo, questo perimetro”.