ERICE (TP) – Un capitolo, solo un capitolo di una storia che verrà scritta invece a fine anno. Le Comunali di Erice si presentano così. Sono al centro del confronto politico, come ogni tornata elettorale ma sono anche di lato, perché costrette a lasciare spazio e dinamiche su quel che sarà. E saranno le Regionali.
La nuova politica è anche questo: rischia di bruciare le sue tappe prima ancora di averle percorse. Ed è per questo motivo che – lo ammettono i suoi stessi protagonisti, meglio ex protagonisti – una coalizione che puntava a togliere il pallino del potere a quello che indicava ed indica come “regime”, si è sfaldata senza colpo ferire. Si chiamava “Cantiere resiliente 2022”. Oggi si legge, fallimento, che ha mandato in sollucchero la sindaca uscente Daniela Toscano, a capo del “regime”. Pronta a ricandidarsi con uno schieramento civico e di centrosinistra.
Il “Cantiere” doveva essere trasversale, alternativo, in grado di unire tutti quelli che contestano il sistema Toscano, che è poi lo stesso di Trapani e del sindaco Giacomo Tranchida che, non a caso, prima è stato sindaco di Erice. Nel “Cantiere” avrebbero dovuto convivere Cinque Stelle e Psi, Movimento VIA e Fratelli d’Italia. Hanno discusso, definito una bozza programmatica dopo avere messo su una commissione. Quasi un fronte popolare, un comitato di liberazione in salsa ericina. Ma appena hanno provato a fare sul serio, ad indicare il candidato sindaco è saltato tutto. I grillini non c’hanno pensato un momento e sono andati via, lanciando la candidatura di Maurizio Oddo, che avevano proposto anche nel 2017 e che ha già perso dunque contro la sindaca Toscano.
VIA ha deciso di giocarsi la carta Piero Spina. Il nome dell’avvocato è stato fatto con determinazione, ma il resto del Cantiere s’è tirato indietro. Qui le versioni sui fatti sono tante ed alla fine rimangono soltanto delle indiscrezioni. Si dice che il Psi puntava sul suo vicesegretario nazionale Nino Oddo e che con Spina sono emerse vecchie ruggini mai sopite e che rimandano alle Regionali del 2012. Si dice che un altro tassello “pesante” – per voti e numeri –, la lista-movimento “Amo Erice”, guidata dal presidente del consiglio comunale di Trapani Giuseppe Guaiana, ha cominciato a fare i conti per le Regionali. Ed una candidatura Spina avrebbe potuto metterli in discussione, favorendo quello che sarà il candidato di “zona” di VIA al Parlamento siciliano. Guaiana è infatti in rampa di lancio per il voto all’Ars e per arrivarci ha anche rotto politicamente con Tranchida. Ma in quello che è un vero e proprio gioco ad incastro, il presidente in questione dovrebbe candidarsi con Fratelli d’Italia, che era pure nel Cantiere ma che sosterrà un candidato sindaco alternativo a quello scelto da Guaiana. Sì perché nella scomposizione del Cantiere, VIA ha tenuto la barra dritta su Spina, che si candida anche con il sostegno del Movimento Nuova Autonomia e di altre due liste civiche, mentre Guaiana ed il Psi hanno deciso di convergere sul candidato grillino Maurizio Oddo.
E Fratelli d’Italia? Ha scelto una terza via che porta alla candidatura civica di Silvana Catalano, ex assessore della giunta ericina di Tranchida. Candidatura quella della Catalano sostenuta anche da due liste civiche. Un rompicapo non da poco. Ed una condizione quanto mai interessante per i politologi, utile a comprendere quali voli pindarici è in grado di fare una politica sempre più in crisi e sempre più pronta ad auto-delegittimarsi. Dunque, solo la sindaca Toscano è concentrata sul voto ericino? Non sia mai! Un orpello regionale c’è pure dalla sue parti. Una sua riconferma al Comune consoliderebbe quello che viene bollato come “sistema tranchidiano” che darebbe più di una chance ad una candidatura dell’attuale assessore del Comune di Trapani Dario Safina, fedelissimo di Tranchida e pronto a correre per un seggio all’Ars sotto la bandiera del Partito Democratico.
La Toscano, per accelerare i tempi, punta a vincere al primo turno, superando la soglia del 40%. I suoi avversari, che per forma devono credere e far credere in una vittoria, ma nella sostanza pensano già ad altro, o comunque sanno bene che sarà difficile fermare l’avanzata dell’uscente, si affidano all’unica arma che hanno a disposizione per cambiare l’esito di un voto che appare politicamente scontato, anche se l’ultima parola spetta sempre ai cittadini. Si tratta del ballottaggio. La Toscano ha già vinto al primo turno cinque anni fa, portarla al ballottaggio sarebbe una sorta di mezza vittoria in grado di aprire scenari politici ed elettorali imprevedibili. Ancora qualche mese, dunque, e poi sarà tutto più chiaro… anche per le Regionali.