PALERMO – Si fa sempre più incandescente il clima nel centrodestra nella campagna per le amministrative del capoluogo. A fronte di un centrosinistra che sembra aver trovato la quadra attorno alla figura di Franco Miceli, sull’altra sponda del fiume le acque sono sempre più agitate.
È vero che Miceli non ha ancora sciolto le riserve e che non sembra nemmeno esserci una comunanza di intenti sul perimetro della coalizione, con la sinistra che non ha affatto gradito l’apertura del democratico Francesco Boccia al campo largo con i centristi. Ma nel centrodestra, se possibile, le cose vanno ancora peggio tra gli alleati storici.
L’annuncio, da parte di Matteo Salvini, della nascita di una lista federativa in vista delle elezioni palermitane e siciliane, denominata “Prima l’Italia”, è stato accolto con freddezza dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, che ha commentato con sarcasmo: “Vogliono vincere o mettere un freno a noi?”. Gli strascichi delle tensioni accumulate nei giorni della rielezione di Sergio Mattarella, insomma, continuano a farsi sentire e rischiano di condizionare anche la corsa a Palazzo delle Aquile.
“Prima l’Italia” potrebbe accogliere varie sensibilità del centrodestra, dalla Lega agli autonomisti, dai centristi ai civici, anche se resta da capire su chi convergerà questo nuovo contenitore tra Francesco Cascio e Francesco Scoma. Un’iniziativa che, in ogni caso, ha incontrato il plauso del coordinatore regionale di Forza Italia Gianfranco Miccichè: “Una scelta intelligente, generosa e coraggiosa da parte di Matteo Salvini. Così si rafforza l’alleanza e aumenteranno i consensi per la coalizione”.
Appresa la notizia, Meloni è sbottata: “Io sono sempre stata nel centrodestra – ha detto in un’intervista al sito del Messaggero – non ho mai fatto accordi con la sinistra, siamo leali. Ora chiedo chiarezza agli altri. Sulle amministrative siamo disponibili a valutare le situazioni ma non sempre viene lo stesso dagli altri. Aspetto ancora l’ok di Forza Italia sul sindaco uscente di Verona e aspetto di capire il pensiero di Lega e Forza Italia sulla ricandidatura di Musumeci”.
Il governatore uscente, però, non piace all’ala forzista guidata da Miccichè e non sembra neanche entusiasmare il Carroccio. Una partita legata a doppio filo a quella per il sindaco del capoluogo, dato che Meloni continua a fare quadrato attorno a Carolina Varchi. Anzi, per rafforzare la sua posizione in questi giorni sono arrivati a Palermo, come testimonia un post su Facebook della deputata nazionale di FdI, il capogruppo alla Camera Francesco Lollobrogida e un altro big del partito, Ignazio La Russa.
Anche tra i centristi c’è chi tira dritto a dispetto delle mosse altrui: l’assessore regionale all’Istruzione Roberto Lagalla (si dimetterà dopo il 31 marzo) sembra infatti intenzionato a correre da solo con l’Udc: “Roberto Lagalla – ha affermato il coordinatore regionale dello Scudo Crociato Decio Terrana – in virtù di spessore etico, umano e professionale, unitamente all’acclarato lignaggio sul piano politico, resta il candidato più referenziato e autorevole a ricoprire il gravoso e gratificante ruolo di sindaco di Palermo nel 2022. Il nostro auspicio è che su questo nome ci sia la convergenza della coalizione di centrodestra, a partire da Forza Italia e Lega. È il momento del dialogo e del confronto costruttivo. Bisogna remare tutti insieme alla ricerca di un punto di convergenza che sortisca efficienza, governabilità e riqualificazione per una città meravigliosa come Palermo, fin troppo mortificata da oltre un decennio di inadeguatezza e incuria”.
Sempre al centro, ha preso ufficialmente il via il terzo tentativo di scalata di Fabrizio Ferrandelli dopo quelli mancati del 2012 (quando Leoluca Orlando ricusò l’esito delle primarie di centrosinistra sconfiggendolo al ballottaggio) e del 2017 (quando si presentò come il volto del centrodestra venendo ancora battuto dal Professore). Nei giorni scorsi Ferrandelli ha presentato il simbolo della prima lista a sostegno dell’apparentamento tra +Europa e Azione: “Siamo in campo senza se e senza ma. Stiamo assistendo al balletto del totonomi, del totocandidature ma gli altri partiti lo fanno senza un progetto per la città, solo per una questione di posizionamenti. È il motivo che ci ha indotto a rompere gli indugi. In questa città ci siamo sempre stati, avevamo già segnalato a tempo debito le cose che non andavano”.
“La mia – ha concluso – è una candidatura fuori dagli schemi ma con i cittadini palermitani. Gli apparati stanno cercando con fatica di affiancarsi ma si tratta di mediazioni al ribasso senza alcuna progettualità. Noi andremo avanti autonomamente rispetto alle altre forze politiche coinvolte in questo caos. I cittadini hanno capito l’imbarazzo di quello che sta accadendo e che alcune forze politiche vogliono trasformare queste elezioni nelle primarie per la Presidenza della Regione. Una cosa indignitosa”