Elezioni

Elezioni in Sicilia, Miccichè: “Musumeci catanese fascista”. Poi nega: “Mai usato certi toni”

“Musumeci? Mai più. Guardi”. Così in un’intervista a ‘La Stampa’ il presidente dell’Assemblea regionale siciliana e coordinatore di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Miccichè, aggiungendo: “Cinque anni fa subimmo un’imposizione. Ma a condizione che non si ricandidasse”. “Musumeci odia partiti, parlamento, stampa. ‘Di lei si occuperanno ben altri palazzi’, ha detto a un deputato dell’opposizione. D’altronde è coerente: lui è pur sempre un fascista catanese“, “Palermo è troppo nobile e intellettuale per il fascismo”. Miccichè spiega che non lo vogliono nemmeno i centristi: “Cuffaro e Lombardo sono pronti ad andare con il Pd, se c’è Musumeci”. E prosegue dicendo che non lo vogliono “nemmeno quelli di Fratelli d’Italia! Siamo tutti matti?”. Meloni però lo difende. “Da fascista qual è, si è accodata a La Russa, fascista siciliano come Musumeci”.

“Meloni vuole distruggerci”

L’accordo sul Comune di Palermo è il viatico per la Regione? “Macché. Berlusconi mi ha detto: fai la mossa del cavallo e chiudi sul Comune sul loro candidato. Fatto, fregandocene della signora Meloni che ci vuole distruggere tutti. Ma Musumeci non passerà. Mai”. E se Meloni andasse da sola? “È fortissima, ma qui non si fanno colpi di mano. Vuole diventare il capo della destra europea dopo la Le Pen, trattando con quella americana. L’ho vista a Milano. Io ero a Fiuggi nel ’95. Una vera svolta. Fini era più avanti di lei oggi”, conclude il presidente dell’Ars.

Il dietrofront

“Ho già stamattina inviato un messaggio al presidente Nello Musumeci e alle altre personalità citate in questa intervista garantendo loro di non avere mai usato questi toni nei loro confronti, né fatto queste affermazioni. Il fatto che io non consideri Musumeci il miglior candidato (alla Presidenza della Regione, ndr) è un conto, ma questi toni non mi appartengono e non mi sarei mai permesso di utilizzarli”. Queste le parole di Miccichè all’Italpress, precisando così i toni e i contenuti dell’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa.

Musumeci non commenta. Armao: “Smentita inverosimile”

Nessun commento da parte del governatore Musumeci alle dichiarazioni di Miccichè. Ha parlato invece il vicepresidente Gaetano Armao, che su Facebook ha così replicato: “I toni incontinenti usati dal Presidente dell’Assemblea regionale nei confronti del Presidente della Regione, come già in passato nei confronti miei e di assessori, sono scomposti ed inadeguati, oltre che totalmente falsi. L’autorevolezza del giornalista chiamato in causa, adesso precipitosamente contestato dal bislacco intervistato che si rimangia le parole dal ‘sen fuggite’, rende inverosimile anche la smentita”, sostiene Armao, secondo cui “il Presidente dell’Assemblea è incompatibile con ruolo che svolge, che impone sobrietà, equilibrio e senso delle Istituzioni” e “quel che accade oggi determina un punto di non ritorno”.

La Russa: “Miccichè si è scusato”

“Accolgo di buon grado la completa smentita di Gianfranco Miccichè che mi ha telefonato per scusarsi di dichiarazioni che il quotidiano La Stampa gli attribuisce, in cui come disperata arma finale, attacca Musumeci, me e addirittura Giorgia Meloni con la vetusta accusa di fascismo tanto cara alla estrema sinistra orfana del comunismo. Sono certo che Gianfranco è stato travisato, infatti nessun esponente politico cosciente e non disturbato potrebbe sottoscrivere quel testo contrario ad ogni logica umana e politica”. Lo dichiara Ignazio La Russa, senatore di Fratelli d’Italia. “Ho detto a Micciché, che ringrazio per la telefonata, che se la smentita può risolvere il problema dei rapporti personali, l’articolo impone però un pronto chiarimento politico, reso necessario anche dall’improvvido coinvolgimento nell’articolo di Silvio Berlusconi, descritto arbitrariamente come consapevole e coinvolto in una strategia che non gli appartiene utile a danneggiare gli alleati. Al contrario, Berlusconi a cui pure mi appello perché si distingua da affermazioni così gravi da minare irreparabilmente il centrodestra da lui fondato e consenta di ricompattare in Sicilia una coalizione che gli avversari vorrebbero scardinare proprio perché destinata a vincere con Lagalla a Palermo e con Musumeci in Regione. Non è più possibile rimanere in posizioni equivoche che servono solo a danneggiare il centrodestra”.