Pezzi di Pizzo

I Faraoni di Sicilia

La Sicilia oggi si sveglia con una certezza. Stiamo lasciando l’Europa per il Sud del Mediterraneo. Faraone si candida a sindaco di Palermo con il supposto appoggio di Forza Italia, neo alleati in parlamento regionale.

Più che supposto potrebbe ritrovarsi con una supposta negazione. Ma per ora le provocazioni fioccano come quella di Renzi che vota Berlusconi al Quirinale. Certo scambiare un Berlusconi con un Faraone è un po’ troppo, ma il gioco per i giornali è questo. Qualcosa si deve pure titolare.

Nel frattempo TutankhamoNello ribadisce che ha sciolto l’incantesimo di Amon. Si ricandida alla presidenza della Regione certo dell’appoggio di tutto il centrodestra.

E su questo, nonostante i pelosi distinguo, alla fine avrà ragione. Il centrodestra siculo, che deve “appattare” le ambizioni per i collegi ridotti dal taglio dei parlamentari, non può dividersi a novembre a soli sei mesi dal voto nazionale.

Pertanto, meglio il “tinto conosciuto che il tinto a canuscere”, come si dice a queste latitudini. Alla fine anche Meloni e Salvini faranno quadrato. Salvo poi dire “io lo avevo detto” in caso di sconfitta.

Perché se la candidatura di Musumeci in quota centrodestra è probabile, meno lo è la vittoria.

Questa storia l’abbiamo già vissuta nel 2012.

Il centrodestra si spaccò con la candidatura di Gianfranco Miccichè alla guida di Grande Sud. Oggi il candidato alternativo è il sindaco di Messina, Cateno de Luca da Fiumedinisi, con un trampolino di lancio più forte e insidioso di quello che aveva Miccichè 9 anni fa.

Se il centrosinistra trova una candidatura moderata, che recuperi voti al centro, magari femminile, dando un senso di innovazione alla politica isolana il gioco si farà estremamente difficile per Musumeci.

Nel frattempo a Palermo ci consoliamo con cose d’Egitto. 

Così è se vi pare.

Giovanni Pizzo