Tra l’embargo europeo al petrolio russo trasportato via mare e la perdita di 10mila posti di lavoro nella zona industriale di Siracusa, c’è di mezzo lo scontro tra governo regionale e quello nazionale. Nel polo petrolchimico di Priolo Gargallo, il colosso dell’energia russo Lukoil, raffina il 22 per cento del greggio nazionale che arriva via mare dalla Russia e vale metà dell’economia del Siracusano e un punto percentuale del pil di tutta la Sicilia. E adesso il ministero dello Sviluppo economico è pronto a valutare la dichiarazione di area di crisi complessa, chiesto da mesi dalla Regione e da Confindustria Siracusa.
“Pur non essendo ancora completata l’istruttoria al Mise per l’area di crisi complessa di Siracusa, ho deciso di organizzare comunque quest’incontro, diverse settimane fa, dopo le numerose richieste arrivate dalla Regione siciliana, dal territorio, dalle associazioni di categoria e dal sindacato”. Così la viceministra al Mise Alessandra Todde, sull’incontro al quale hanno partecipato la Regione, l’Unione petrolifera, l’Unem, i sindaci del territorio, Confindustria e le organizzazioni sindacali.
“L’obiettivo – afferma Todde – è quello di porre le basi per la trasformazione in chiave industriale e la decarbonizzazione dell’area, coinvolgendo tutti gli attori istituzionali come il Mite e il Mims, in modo da valutare i progetti di investimento presentati dalle aziende che insistono sull’area. Inoltre, c’è la volontà di identificare (oltre allo strumento dell’area di crisi complessa) ulteriori possibilità di finanziamento come il Cis – contratti nazionali di sviluppo – o altri accordi di programma specifici.
“Sapere da un’agenzia di stampa che dopo sette il Mise sarebbe pronto a valutare la dichiarazione di area di crisi complessa per il petrolchimico siracusano lascia sgomenti”. Commenta l’assessore alle Attività produttive della Regione Siciliana Mimmo Turano.
“Il Governo Musumeci – continua – ha presentato ben sette mesi fa dopo un lavoro di oltre un anno con imprese e sindacati e altri attori istituzionali la richiesta di area di crisi, purtroppo nessun tipo di risposta ci è stata data nonostante abbia personalmente scritto ben quattro volte al ministro Giorgetti”.
“Allo stato – conclude l’assessore – c’è solo un tavolo convocato dal viceministro Todde che ancora una volta viene definito interlocutorio. Non è più tempo di massimi sistemi, il Governo nazionale ci deve dire cosa vuole fare, che progetti ha sul petrolchimico siracusano”.