Sono stati ricevuti dal capo di gabinetto della Prefettura, Antonio Gullì, i rappresentanti di Sunia, Sicet e Uniat di Catania che stamattina hanno organizzato un sit in per dire “No agli sfratti e sì alle case popolari. La casa è un diritto per tutti”.
Gullì ha garantito che invierà una nota ufficiale al Comune di Catania per chiedere notizie in merito al risanamento delle due torri a Librino e alla costruzione di altre due palazzine nel quartiere, e al Ministero per comunicare che i sindacati hanno richiesto alla Prefettura di intervenire nei confronti del Comune che sembra non ascoltare le richieste dei rappresentanti degli inquilini.
Sunia, Sicet e Uniat, per bocca dei segretari provinciali Agata Palazzolo e Franco Nicolosi, e in rappresentanza della segreteria Uniat, Barbara Di Bella, hanno segnalato che le tre graduatorie per l’accesso all’assegnazione delle case popolari pubblicate in questi giorni dal Comune di Catania “descrivono una situazione particolarmente grave e un disagio sociale e abitativo che abbiamo tante volte denunciato”.
Ecco i numeri più significativi: Graduatoria sfrattati 778; Graduatoria disagio socio-economico 967 ; Graduatoria generale alloggi IACP 3.857.
“A fronte di oltre 5mila richieste ammesse all’assegnazione l’offerta è minima. Sono infatti solo 24 gli alloggi già pronti che potranno essere assegnati agli sfrattati e al disagio socio economico”, si legge nel volantino-manifesto del sit in.
“In questo contesto appare gravissimo che, come abbiamo tante volte denunciato, restino le tante incompiute su cui l’amministrazione non ha dato alcuna risposta nonostante sappiamo per certo che siano disponibili i finanziamenti necessari”.
“Sono circa 150 gli alloggi eventualmente disponibili se si procedesse alla riqualificazione delle due torri di Librino rimaste incompiute da decenni. Eppure sono stati stanziati 12 milioni di euro per la loro riqualificazione già da anni, risorse che si rischia di perdere”.
Sunia, Sicet e Uniat di Catania sottolineano inoltre di “non avere notizie in merito ai 64 alloggi che dovrebbero essere realizzati con i fondi del PNRR, sempre a Librino. Per questo progetto sono stati assegnati al Comune di Catania 15 milioni di euro”.
“Restano poi inutilizzati circa 1 milione e 200mila euro dei fondi comunitari della precedente tornata di finanziamenti comunitari per la riqualificazione di alcuni immobili confiscati alla mafia da destinare alle finalità abitative. Che cosa fa il Comune di Catania? Ci chiediamo se sia responsabile sottovalutare una situazione esplosiva”.
“A questo va aggiunta quella che possiamo definire una vera e propria bomba sociale, quella degli sfratti. Crediamo che nel corso dell’anno saranno almeno 2.000 le esecuzioni che saranno attuate”, conclude il Sunia.