Ambiente

Emergenza incendi, la Sicilia brucia ma manca il 20% dei pompieri

La Sicilia brucia. Soprattutto sono i boschi a risentirne. Ma i pompieri disponibili soffrono e sudano, per scarsezza di personale aggiuntivo che faccia gli straordinari e per carenza di risorse. Una mancata attuazione della Convenzione col governo della Regione, per carenza di risorse, mette a rischio la pubblica sicurezza. Coi privati e le associazioni di Protezione civile, che non possono supplire ai “professionisti” nell’emergenza incendi.

“A proposito di queste giornate caldissime – riferisce il segretario regionale del sindacato autonomo “Conapo” e capo-reparto dei Vigili del fuoco a Catania, Giuseppe Musarra -, purtroppo registriamo come ogni anno le stesse criticità in tutta l’isola, con la medesima emergenza incendi nelle viarie province, con particolare difficoltà su Messina, Palermo e Trapani, così come anche nel Catanese, però maggiormente su queste importanti città e relativi territori provinciali, dove registriamo un numero notevole di interventi”.

Segretario Musarra, da anni lamentate estati “infuocate”, fra emergenza incendi boschivi, alberi sradicati dal vento, allagamenti da fragilità territoriale con griglie e caditoie ostruite, cornicioni a rischio cedimento, carenza di uomini e mezzi adeguati, un’allerta per gallerie autostradali malmesse, ed il tutto in tempi di Covid. Come intervenire?

“Una situazione critica che ciclicamente si ripropone, in territorio siciliano ed etneo, con incendi che partono dalle sterpaglie e poi minacciano capannoni e case rurali. Dobbiamo intervenire, ma purtroppo il personale che abbiamo in caserma, è limitato alle risorse che noi abbiamo per Dipartimento: abbiamo una carenza di personale a livello regionale, di oltre il 20 per cento, quindi, questo comporta che le centrali dei Vigili del fuoco che hanno solo una squadra a disposizione, il fatto che dovranno impiegarla solo per i compiti istituzionali prioritari, che sono quelli del Soccorso tecnico urgente. Viceversa per gli incendi causati dalle sterpaglie, purtroppo arriviamo in ritardo, li mettiamo in secondo piano, oppure completiamo l’intervento senza rientrare in caserma, per i bisogni fisiologici o per pranzare verso mezzogiono-l’una”. “Addirittura spesso saltiamo i pasti – continua il sindacalista della sigla ‘Sindacato autonomo Vigili del fuoco’ -, usciamo e andiamo su altri interventi”.

Come se ne esce?

“Con gli strumenti legislativi già a disposizione sugli incendi boschivi, da parte delle regioni, nel settore dell’antincendio, puntando sulla programmazione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi. Per sopperire alle carenze, ogni anno, ci sono dei fondi regionali della Legge di bilancio 353 del 2000, una Legge-quadro nazionale in materia di antincendio che demanda alla Regione, l’intervento di spegnimento e la cura dei terreni. Quest’anno nella legge di Bilancio, con il governo Musumeci, non è stato messo un euro su questo fronte, ed è un accordo pluriennale che noi abbiamo come Vigili del fuoco, che va dal 2020 al 2022, sottoscritto con la Regione. Quindi c’è già un accordo stipulato, ma bisogna che la Regione Sicilia ogni anno attivi e parta direttamente con la ‘AIB’ che è una Campagna antincendio boschiva, da giugno a settembre, con personale straordinario, addirittura previsto anche per le isole minori, quali Pantelleria, Lampedusa, Ustica, Favignana e le Eolie. Quindi tutto questo ci porta ad una mancanza di personale per poter intervenire fuori orario”.

In sintesi, cosa chiede il Conapo Sicilia, al governatore Nello Musumeci ed al suo Esecutivo?

“Il mio appello a livello regionale, rivolto al governatore Musumeci, è quello di sottoscrivere questo accordo, che è di tipo pluriennale, col Corpo dei Vigili del fuoco. Se come sono sicuro, lui desidera il bene dei Siciliani, dovrà firmare questa Convenzione con noi operatori del ‘pericolo’ che siamo deputati al contrasto agli incendi ed al soccorso pubblico urgente. Musumeci intervenga su questa convenzione, quindi metta dei fondi regionali già peraltro stabiliti. Si sa già quali sono; ma quest’anno nella legge di Bilancio non ci sono fondi, quindi che il Presidente li trovi immediatamente, oggi e non domani, perché la Sicilia brucia. Non riusciamo a spegnere gli incendi che, se da un lato sarebbero di ‘competenza’ della Regione, si dà però il caso che, divampando nel territorio italiano, e noi che apparteniamo allo Stato – dipendendo cioè dal ministero dell’Interno -, spetterà sempre e comunque a noi l’intervento”.

Personale siciliano insufficiente nel Corpo dei pompieri, con incendi che hanno “priorità” di spegnimento e che viceversa trovano ostacolo, nel mancato rinnovo di una convenzione con la Regione. Esatto?

“Sugli incendi boschivi, in sintesi, attendiamo una risposta come organizzazione sindacale, dalla Presidenza della Regione, riguardo alla richiesta di rinnovo su un Accordo di programma tra il Dipartimento VV.F. e la Regione Siciliana per la collaborazione in materia di Protezione civile ed il concorso alla lotta attiva contro tali incendi. Tale accordo prevede quindi l’organizzazione del servizio attraverso la sottoscrizione di Programmi operativi annuali, rendendo disponibili idonee risorse umane con relative dotazioni strumentali, secondo le modalità tecnico-operative in esse previste. Ritorno a ribadire l’importanza, per questa convenzione con la Regione e per il gran sollievo che ne deriverebbe per i Siciliani, il fatto che il Governatore si assuma l’impegno di sottoscriverla, e che non guardi cioè al risparmio in materia di sicurezza, sulla sicurezza dei professionisti del ‘pericolo’ come noi; perché so, che ha fatto opera di divulgazione con associazioni di volontariato sul nodo vigilanza incendi nei boschi, come con i Rangers ed altre associazioni; va però specificato che, l’incendio, lo deve spegnere chi è specializzato per far questo. Quindi ripeto la convenzione è di primaria importanza per i Siciliani”.

Inoltre, per il sindacalista Giuseppe Musarra, “per quanto riguarda il presidio autostradale, la convenzione prevede fino al 31 luglio, che i comandi di Palermo, Messina e Catania, abbiano queste postazioni fisse. Si tratta di una convenzione con Autostrade Siciliane, che prevede sulle gallerie autostradali, la quale ci coinvolge con opere di prevenzione, presìdi ed interventi d’assistenza nell’immediato, sulle tratte che devono essere messe in regola ed a rischio di incidenti stradali, impiegando personale straordinario, per effettuare eventuali primi soccorsi.

Sono sei i tratti autostradali individuati, sulla nostra rete: sulla Messina-Palermo e nella Messina-Catania. Dopo il 31 luglio probabilmente chiudiamo, perché ci sarà una ditta privata a fare questa sorveglianza stradale, per le carenze che ci sono nelle autostrade, nelle gallerie soprattutto. Ma tengo a precisare che noi diamo un soccorso a 360 gradi, quindi siamo operativi sia sul fronte incendio che sull’incidente stradale, così come sull’incendio in galleria: sono tutte competenze demandate a noi, e che studiamo ogni giorno per migliorarle tramite dei corsi di operazioni di spegnimento con forze a terra e mezzi aerei, in casi di incendio, spegnimento e bonifica territoriale. Qualsiasi ditta o ente, che è autorizzato anche dal Ministero, non ha le competenze e le conoscenze che hanno i Vigili del fuoco, quindi anche in questo caso pare che ci sia una convenzione con dei privati, per quanto riguarda questa sorveglianza autostradale, ed io direi alla Regione di badare bene alle spese, perché spendere sulla sicurezza significa spendere bene”.

Cosa vuol dire fare lo “straordinario”, per il Corpo dei pompieri?

“Si traduce in squadre aggiuntive, quelle squadre che si occupano del soccorso urgente normale, come soccorso alla persona, incendio abitazione, ed assistenza sul dramma Covid: tenete presente che, anche in questo periodo, anche se in qualche misura è stata allentata la morsa sulla pandemia, noi come Vigili del fuoco e quindi come Ente soccorso, deputato anche a soccorso-persona, collaboriamo spesso con il 118. Quindi tutto ciò ci impiega anche altre risorse, di personale. A questo punto andiamo in tilt, tenete presente che in questi giorni, già facciamo dai 40 ai 50 interventi, giorno e notte, a livello regionale”.

“Mi lasci anche lanciare un ultimo appello, per completare il discorso di stimolo in àmbito regionale: stavolta al Direttore regionale odierno del nostro Corpo, alla Protezione civile ed all’Assessore regionale competente al ramo. Chiedo l’intervento al mio Direttore regionale reggente ingegnere Gaetano Vallefuoco, del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, che in questi giorni dovrebbe prendere parte a un incontro con il direttore del Dipartimento della Protezione civile, ed all’assesore al Territorio, Ambiente e Foreste della Regione Sicilia, per verificare l’attuazione della fattibilità del programma operativo della Campagna estiva ‘AIB 2021 Antincendio Boschivo’ sul nostro territorio. Come detto, nell’accordo di programma biennale 2020/22, sottoscritto con la Regione, spero se ne esca positivamente. Se da questo incontro non uscisse nulla di favorevole, allora che il mio direttore reggente Vallefuoco, mi auguro metta in atto ciò che già 2 anni fa ha effettuato, cioè che il dipartimento, cioè il ministero degli Interni, possa stanziare dei fondi straordinari per noi. Lo Stato in pratica, ha provveduto a realizzare in surroga, in sostituzione, ciò che è compito della Regione. Ciò che prevedeva, la legge-quadro 353, che come detto demanda alle regioni le competenze sull’incendio boschivo”.

Musarra, può elencare i benefici di tale stanziamento di fondi?

“Stiamo parlando di 13 squadre aggiuntive, in tutta la regione, giornalmente dallo ore 8 di mattina fino alle 20 di sera, comprese i territori delle nostre isole minori. E già una squadra in più per gli incendi boschivi, ci solleva da molto lavoro e ci toglie molto impegno. E purtroppo a questo, si va ad intervenire spesso tramite gli aerei Canadair ed altri della flotta forestale, che sono efficienti in base alle zone di montagna dove noi non possiamo accedere, ma in altre situazioni, è sempre meglio intervenire da terra con uomini e mezzi. La postazione poi, che si andrebbe a sommare, è molto importante: una partenza con 5 persone sarebbe rappresentata da un’automobile Campagnola con l’acqua al sèguito, e poi con un’auto-botte. Importante quindi una partenza con 5 persone e 2 mezzi, un Modulo cioè che può fare la differenza”.

Di quante squadre disponete nell’Isola?

“Ci sono le 9 province che sono dotate di una ‘partenza’ per ognuna, come sede Centrale; poi ci sono i vari distaccamenti, per esempio Catania ne ha 13, Palermo 15, Messina un po’ di meno. Ma parliamo dell’intero territorio provinciale; Catania ad esempio, dove presto servizio come capo-reparto presso la caserma centrale di via Beccaria, sede del Comando provinciale, tocca un territorio etneo molto vasto che arriva fino al comune di Caltagirone, o di San Cono ed altre località molto distanti”.

A Catania dunque, lei presta servizio… Cosa ci dice?

“Su Catania abbiamo una situazione critica: perché abbiamo altre convenzioni oltre a quella regionale. Quella dell’Oasi del Simeto. Come sappiamo, è una riserva naturale, un’area protetta situata nel comune di Catania. Sull’Oasi del Simeto, esiste una convenzione su base provinciale. Speriamo che quest’anno venga rinnovata con una squadra aggiuntiva. Già perlustriamo e visitiamo ogni giorno tutta l’Oasi, che prende tutta la zona del litorale della Plaia, dove ci sono gli stabilimenti balneari, fino all’entroterra. Quale ente competente, c’è sempre l’ex Provincia regionale di Catania, partecipata dal Comune, quindi anche il Comune dovrebbe fare la sua parte. E’ vero che le province sono state abolite, però c’è sempre una parte burocratica, che lavora, quindi non ci sono fondi ma c’è tutta una struttura, quindi esiste una partecipata Comune-Provincia, che si chiama appunto ‘Oasi del Simeto’. Questo accordo sarebbe molto importante per Catania, perché spesso sull’Oasi non ci sono interventi, e noi interveniamo però in un’area strategica lì ricadente, con partenze sulla limitrofa Zona industriale di Catania, dove ci sono molte e molte aziende, fabbriche e industrie, dove è un problema a volte anche l’incendio sterpaglie di piccola entità, che poi in base al vento, e al calore presente, si sviluppa rapidamente. Ecco questo invece, rappresenta un appello all’indirizzo della Provincia e del Comune di Catania”.

“Infine – prosegue nella sua ampia disamina, il sindacalista regionale Conapo –  per quanto riguarda l’area etnea, poi, siamo in attesa di aprire il Distaccamento di Palagonia, con fondi in straordinario dal Dipartimento, per 3 unità, mentre altre 3 unità saranno prese dalle caserme che abbiamo adesso, quindi andiamo a svuotare ulteriormente il serbatoio che abbiamo in sede Centrale. Però è un fattore importante aprire questa sede, perché Palagonia dà un grosso aiuto nella zona del Calatino, perché abbiamo la sola grande città di Caltagirone che dista oltre 70 chilometri dal capoluogo provinciale di Catania, per un’area totale di 13 comuni. Una squadra di pompieri, quindi, aprendo la sede su Palagonia, si dividerebbe il territorio e questo d’estate è necessario come il pane. Spesso inviamo squadre da Catania a Caltagirone, e lascio immaginare i tempi di percorrenza, per cui spesso arriviamo quando già l’incendio è spento”.

Ultima domanda: Voi siete in grado di attribuire se le cause dell’emergenza incendi estivi, siano dolose o naturali? Per quello che le è possibile dire?

“Per tutti gli incendi c’è ovviamente una natura, che può essere accidentale, dolosa come spesso avviene, può essere colposa, quindi d’estate c’è questa attenzione particolare. Chiaramente quando c’è un incendio di natura dolosa, perdiamo ancora più tempo: nell’effettuare accertamenti, in primis noi, che siamo l’organo competente che accerta l’incendio di natura dolosa; poi diamo comunicazione al magistrato competente, poi ai Carabinieri o alla polizia di Stato, che andranno ad effettuare le indagini relative di competenza, con la Digos, i Nas, quindi si andrebbe a perde anche mezza giornata”.

Fabio Rao