Consumo

Emissioni e consumo di suolo potrebbero ridursi del 70% con una dieta sostenibile

ROMA – Scegliendo modelli alimentari più sostenibili, le emissioni di gas serra e l’uso del suolo si potrebbero ridurre fino al 70%, mentre si dimezzerebbe il consumo di acqua. Entro il 2050, con diete più concentrate sui prodotti locali e di stagione e soprattutto con un minor consumo di alimenti di origine animale, potremmo liberare diversi milioni di chilometri quadrati di terra e ridurre le emissioni globali di CO2 fino a 8 miliardi di tonnellate all’anno.

Il Wwf ha pubblicato il Manifesto della sua campagna Food4Future

Lo ha ricordato il Wwf, mentre in questi giorni si parla di insicurezza e crisi alimentare provocate dal conflitto in Ucraina. Sicurezza alimentare è anche fare le scelte giuste e i consumatori possiamo avere un ruolo centrale. Con il motto #DoEatBetter il Wwf ha pubblicato il Manifesto della sua campagna Food4Future, dove sono indicate tutte le sfide che dobbiamo affrontare con urgenza e che richiedono l’attivazione di noi cittadini, delle aziende e delle istituzioni, scegliendo ognuno di fare da subito la propria parte.

La scienza del comportamento ha dimostrato che il cambiamento graduale e incrementale per raggiungere gli obiettivi funzioni veramente. Si dice che gli individui prendano 35.000 decisioni al giorno, di cui 226 solo sul cibo.

Impostare buone abitudini alimentari

Con questo in mente, essere in grado di apportare consapevolmente piccoli cambiamenti nelle decisioni ogni giorno – anche cambiandone solo una su 226 – è già un buon inizio per impostare abitudini alimentari gratificanti per sé e buone per il futuro di tutti. Un esempio? Un pasto sostenibile richiede all’incirca 1.000 litri di acqua rispetto ai circa 3.000 di un solo pasto meno sostenibile, molto ricco di proteine animali e cibi non di stagione. Avvicinandoci a periodi di maggior rischio di siccità sarebbe importante considerarlo ogni volta che scegliamo cosa mettere nel carrello.

Una buona notizia è che proprio gli cibi meno vantaggiosi per l’ambiente sono anche i meno salutari, che dovremmo consumare con maggiore parsimonia.

Un esempio: l’olio di palma è sparito dagli scaffali

Per i più scettici, un esempio clamoroso del ruolo dei consumatori è avvenuto pochi anni fa: l’olio di palma, ingrediente diffusissimo di biscotti e altri prodotti da forno, salito nel 2016 sul banco degli imputati la presenza di contaminanti di processo cancerogeni. L’allarme sui rischi per la salute ha fatto scattare la paura nei consumatori, che hanno iniziato a leggere gli ingredienti dei prodotti e, con le loro scelte di consumo, hanno imposto alle grandi aziende un cambiamento di rotta epocale. L’olio di palma è sparito dagli scaffali in meno di un anno. Questo episodio rende chiaro il potere che le persone, i consumatori, hanno di orientare la politica (alimentare, ambientale, sociale) con le loro scelte.