Energia, con i rifiuti servite tutte le imprese

Ormai l’Unione europea si è convinta che l’energia prodotta dalla fusione nucleare è pulita (chiamata green) e quindi ne auspica l’utilizzo. Ma le centrali che dovessero essere costruite, potrebbero iniziare il ciclo produttivo fra non meno di dieci anni.

Che facciamo in questo periodo? Come risolviamo il problema dell’energia? Intanto va precisato che non c’è carenza di materie prime perché le materie fossili sono abbondanti, soprattutto carbone, petrolio e gas.

La questione è diversa, e cioè che tali materie energetiche sono fortemente inquinanti, stanno corrodendo la calotta atmosferica, con la conseguenza che i raggi solari hanno un minor filtro e diventano di grado più elevato, i ghiacci e le calotte, artica e antartica, si stanno sciogliendo e il livello del mare si innalza sempre di più.
Per cui, se il mondo occidentale avesse avuto sensibilità e buonsenso, in questi ultimi dieci anni avrebbe sviluppato a tutto vapore le energie rinnovabili.

Non solo avrebbe dovuto utilizzare le energie naturali (sole, vento, maree, getti di calore geotermici e così via) ma anche completare il circolo dell’economia, utilizzando totalmente i rifiuti di ogni genere e tipo.

Si calcola che, solo nel nostro Paese, se si riutilizzassero tutti i rifiuti (oltre 24milioni di tonnellate ogni anno) si produrrebbe l’energia sufficiente per alimentare il fabbisogno di tutte le imprese italiane.
Ma lo sciagurato comportamento di alcune frange minoritarie, intrise di uno stupido ideologismo, ha impedito la costruzione dei termocombustori di ultima generazione in due terzi del Paese (nel Nord ce ne sono tantissimi) cosicché tutti i comuni del Centro e del Sud sono costretti a inviare i rifiuti con le navi nei Paesi del Nord a un costo per tonnellata triplicato rispetto a quello che pagano gli impianti industriali di termocombustione.


La conseguenza è che anche la Tari a carico dei cittadini è aumentata cospicuamente per cui – come accade alla fine di ogni processo – sono stati penalizzati proprio gli stessi cittadini. La debolezza dei rappresentanti delle Istituzioni, che deriva da una loro ignoranza della storia e di altre materie, ha creato questo disastro cui per il momento non è stato posto alcun rimedio.

Ora sembra che il Governo Meloni abbia sbloccato le autorizzazioni a estrarre il petrolio dai fondali marini e terrestri, attività bloccata da anni, cosicché si dovrebbero alimentare le riserve. Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica sembra intenzionato a sbloccare il migliaio di istanze per nuovi impianti solari ed eolici e la produzione di idrogeno per autotrazione e per le grandi navi (Grimaldi ha appena ordinato dieci navi a propulsione di idrogeno).

Insomma sembra che da un lato le imprese si stiano orientando di più verso le fonti rinnovabili di energia e, d’altra parte, le Istituzioni vogliano agevolare le autorizzazioni per i nuovi impianti.
Un processo virtuoso? Questo non lo sappiamo perché, come sempre, le parole stanno a zero. Occorre che i fatti dimostrino la buona fede e la bontà di chi conduce la Cosa pubblica.

La questione energetica, come tutti sanno, è conseguenza delle sanzioni economiche che l’Unione europea ha messo a carico della Russia, per punirla dell’invasione nei confronti dell’Ucraina.
Siccome a ogni azione corrisponde una reazione (legge di Newton) il Presidente della Federazione russa, Vladimir Putin, ha azionato i meccanismi di fornitura del gas all’Unione facendo scattare la maledetta speculazione che è un fenomeno macroeconomico ben conosciuto da chi si occupa della materia.

Proprio tali esperti, tra cui l’ex premier Mario Draghi, dovevano sapere che quando si innesta la maledetta speculazione è difficile fermarla, perché è un processo che coinvolge tutti coloro che sono preposti ai passaggi di materie prime e servizi. Non solo: intervengono anche i poteri finanziari che fanno decollare i prezzi finali.

Bisognava evitare quello che sta accadendo, aggravato dall’inflazione, che però ha cominciato a muovere i suoi passi prima della guerra.
Il quadro è chiaro per cui è deprecabile il comportamento dei responsabili istituzionali che vogliono imbrogliare i cittadini, mentendo.