PALERMO – Mala tempora currunt. Non c’è latinismo più appropriato quando si parla di energia e ambiente. Con la speculazione dei mercati finanziari, certamente resa più cruenta dalla guerra in Ucraina e dalle sanzioni occidentali alla Russia, la transizione energetica italiana sembra essere stata dimenticata. A metterlo nero su bianco è stata l’Enea, nella sua analisi trimestrale del sistema energetico italiano. Secondo i dati dell’ente le emissioni di CO2 del sistema energetico nazionale nel I trimestre 2022 sono aumentate di oltre l’8% rispetto a un anno prima.
Si tratta di una variazione più che tripla di quella della domanda di energia primaria, dovuta all’aumento del consumo di fonti fossili (+6,7%), per di più concentrato su carbone e petrolio, più carbon intensive del gas naturale. Anche se la ripresa delle emissioni è riconducibile per circa il 40% ai settori dei trasporti e a quelli civili, è da notare che, in netta “controtendenza con il trend degli ultimi anni” hanno avuto un balzo le emissioni dei settori Ets, quelli della generazione elettrica in particolare.
Balzo quantificabile, secondo l’Enea, in un +15%. Inoltre, per questo settore si stima un aumento tendenziale delle emissioni di oltre il 25%: “la variazione tendenziale… CONTINUA LA LETTURA. QUESTO CONTENUTO È RISERVATO AGLI ABBONATI