Energia, sindaci contro il mega impianto fotovoltaico



I sindaci di Siracusa, Canicattini Bagni e Noto, Francesco Italia, Marilena Miceli e Corrado Bonfanti, con un documento congiunto hanno motivato il loro no alla realizzazione dei un mega-impianto fotovoltaico, della Lindo srl, nei loro territori.

Secondo i sindaci “il mega impianto industriale fotovoltaico a terra, su un terreno agricolo di oltre 100 ettari, in località Cavadonna nei territori dei Comuni di Siracusa, Canicattini Bagni e Noto, la cui eventuale realizzazione metterebbe a rischio, deturpandolo e stravolgendolo irrimediabilmente, un ampio territorio alle porte dell’altopiano ibleo, di grande pregio naturalistico, paesaggistico e storico, al centro dei siti Unesco di Siracusa – Noto – Palazzolo Acreide e Pantalica oltre che la visione strategica di sviluppo dei territori interessati”.

Per Italia, Miceli e Bonfanti “l’impianto industriale fotovoltaico proposto dalla Lindo srl, che di fatto modificherebbe radicalmente lo stato dei luoghi ed ancor più la visione strategica e programmatica di sviluppo ecosostenibile dei propri Comuni”.

“Il progetto della Lindo s.r.l. – si legge nel documento – prevede, infatti, la collocazione di una distesa di pannelli montati su strutture a inseguimento monoassiale in configurazione bifilare, in almeno un milione di metri quadri di terreno in località Cavadonna, tra l’area artigianale alle porte di Canicattini Bagni e Siracusa, con l’energia prodotta veicolata mediante un cavidotto MT (media tensione) interrato, lungo circa 10 km, transitando da 67 cabine inverter, 5 cabine MT, 1 controllo room, una cabina di consegna e una cabina utente di trasformazione MT/AT (da media ad alta tensione) realizzata in adiacenza alla costruenda sottostazione AT di proprietà di TERNA in località Case Sant’Alfano, in territorio di Noto ridosso di Canicattini Bagni”.

Inoltre “l’installazione dell’impianto fotovoltaico eliminerebbe centinaia di alberi d’ulivo secolari e di macchia mediterranea esistente nei terreni. Si tratta di specie tipiche della macchia mediterranea sparse su tutta la superficie in maniera irregolare.. Si parla nel complesso di una estirpazione di circa 1600 piante tra olivi, carrubi, perastri, olivastri, lentischi, etc., di cui solo 500 di essi reimpiantati in loco. Il danno sarebbe irreversibile con l’abbattimento di alberi d’ulivo (tipo Siracusana), essenze tipiche protette, anche per la produzione di olive con caratteristiche organolettiche di alta qualità”.

I sindaci hanno dichiarato di aver scelto “quale modello di sviluppo dei loro territori un modello sostenibile basato su turismo, cultura ed agroalimentare e sulla conseguente necessaria tutela delle caratteristiche tipiche del paesaggio agrario ibleo”.