Consumo

Energia, slitta ancora il mercato libero

Per il passaggio al mercato libero dell’energia servirà un anno in più. Il decreto Milleproroghe ha stabilito, infatti, che l’obbligo slitterà dall’1 gennaio 2022 al primo gennaio 2023. Immediate le reazioni delle Associazioni su “pro” e “contro”.

Se da una parte, infatti, lo slittamento può essere considerata una buona notizia, perché ulteriore tempo può dare spazio per ulteriori interventi, sia alla rete che i termini di maggiore informazione ai cittadini, dall’altra parte cresce la preoccupazione delle associazioni di aziende del mercato libero.

A parlare è Vincenzo Donvito, presidente dell’Aduc, associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori: “Anche se per i consumatori in questi anni di coesistenza il mercato tutelato è stato più economico, non ci sembra che le certezze degli imprenditori trovino conforto. Ed è necessario un equilibrio tra consumatori ed imprenditori, altrimenti è caos”.

In questo momento, infatti, è il caos: tanti identificano il mercato libero con un mondo fatto di tentativi di frodare il cliente, con passaggi di gestore senza richiesta, contratti che riportano il contrario di quanto pattuito, telefonate continue e fastidiose. Un clima che non ha aiutato per nulla gli imprenditori, che non hanno certezze né rassicurazioni dal governo.

Noi crediamo che la proroga non porterà valore aggiunto – ha detto Donvito – sesto rinvio dal 2016 per una norma che esiste dal 2007. Cosa ci dice che in quest’anno di ‘recupero’ tutto dovrebbe migliorare?”. Si tratterebbe quindi, secondo questa linea di pensiero, di una probabile mossa politica, non funzionale alle reali necessità del comparto.

Nonostante ormai da anni ci sia la possibilità di passare al mercato libero, inoltre, visto il continuo rimandare delle scadenze, secondo i dati forniti da Arera, l’autorità delle reti e dell’energia, le famiglie che a dicembre 2020 hanno scelto il mercato libero elettrico sono oltre il 56% nella media nazionale, ma con forti differenze nel Paese: dal 70% di alcune aree del Nord al 38% di altre aree del Sud.

“Questi dati attestano che è stata una vittoria dei consumatori rinviare al primo gennaio 2023 la fine del mercato tutelato di luce e gas. È un numero esorbitante avere ancora il 44% circa dei clienti domestici nel mercato di tutela della luce, specie se il legislatore non ha ancora deciso che fine dovranno fare i clienti che alla scadenza non avranno ancora effettuato alcuna scelta sul venditore del mercato libero” afferma Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori. “Per il resto i dati dimostrano anche quanto sia importante avere al più presto un serio albo dei venditori, così che sia maggiormente garantita la capacità dei gestori di rispondere alle richieste e alle esigenze dei consumatori” conclude Vignola.

E la politica è intervenuta a gamba tesa sulla questione. Davide Crippa del Movimento 5 Stelle ha comunicato l’intenzione di proporre una ulteriore proroga al 2024, che “consentirà di mettere in campo una serie di ulteriori interventi, di informare correttamente i cittadini e nel frattempo di scongiurare le conseguenze di un aumento generalizzato dei prezzi sulle fasce più deboli della popolazione. Allo stato attuale, il mercato tutelato offre la sicurezza di un prezzo di riferimento per l’intera platea di clienti spesso più basso rispetto a molte offerte presenti nel mercato libero, pur non rappresentando l’unica alternativa per chi conserva ancora il diritto di accedere a tali servizi”.

A rispondere è Arte, associazione reseller e trader energia: “Un ulteriore rinvio configurerebbe una vera e propria offesa nei confronti non solo dei consumatori, ma soprattutto nei riguardi di tanti imprenditori nostri associati, presi in giro per otto anni, i quali, nell’illusione dell’auspicato definitivo passaggio al mercato libero, hanno investito risorse ed energie, vedendosi ogni volta spostare il traguardo in avanti”.