La strategia a lungo termine di Eni punta a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050 per limitare l’aumento della temperatura media globale entro 1,5°C, con un piano scandito da obiettivi intermedi, che coinvolge tutti i settori dell’azienda in Italia e nel mondo, basato, sia su tecnologie consolidate, sia sullo sviluppo di soluzioni all’avanguardia. Eni ritiene che la CCS svolgerà un ruolo cruciale nella transizione energetica e che possa diventare una linea strategica importante per lo sviluppo e la decarbonizzazione dell’azienda.
Catturare la CO2 e stoccarla in modo permanente è una delle azioni indispensabili per ridurne la concentrazione in atmosfera. La tecnologia di cattura e stoccaggio di CO2, CCS, rappresenta una soluzione immediatamente disponibile per i settori “hard to abate” per i quali ad oggi non esistono soluzioni altrettanto efficaci ed efficienti.
Fra i progetti CCS di Eni in fase di realizzazione, il più avanzato è HyNet, nella baia di Liverpool dove, a partire dal 2027, saranno stoccate 4,5 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. Si tratta di un progetto che permetterà di catturare l’anidride carbonica prodotta dalle industrie hard to abate e di stoccarla definitivamente e in maniera sicura nei giacimenti di gas naturale depletati di Eni nel Mare d’Irlanda. Grazie alla cattura e stoccaggio della CO2 , uno dei distretti industriali più energivori del Paese, diventerà uno dei primi cluster industriali a basse emissioni di CO2 al mondo.
In linea con questa strategia, Eni ha raggiunto una posizione di primo piano nel Regno Unito, dove oltre a essere l’operatore delle attività di trasporto e stoccaggio di CO2 del progetto di HyNet ha da poco ottenuto una seconda licenza di stoccaggio per il giacimento di gas depletato di Hewett per un secondo progetto CCS che intende sviluppare nell’area di Bacton e finalizzato a decarbonizzare le regioni del sud-est dell’Inghilterra e dell’estuario del Tamigi.
Eni ritiene che le partnership siano strategiche e che proprio attraverso la collaborazione si generino nuove conoscenze e si condividano le “best practice” fondamentali per la transizione. In questa idea si inserisce l’iniziativa lanciata da IRENA, l’Alliance for Industry Decarbonization, di cui Eni è tra i co-fondatori, per accelerare la decarbonizzazione delle filiere industriali e, all’interno della quale, sviluppo delle rinnovabili, CCUS e idrogeno verde sono tra le priorità di intervento.
La attività di partnership e di advocacy di Eni per il clima si basa sulla condivisione di pratiche utili ad accelerare l’obiettivo Net Zero e la società sta lavorando per rendere sempre più comparabili le performance e i target di decarbonizzazione, promuovendo anche l’utilizzo di metodologie comuni per il reporting delle emissioni GHG per poter ottenere una rendicontazione che sia completa ed efficace.
La strategia di Eni verso Net Zero è supportata da un piano di crescita e trasformazione industriale che coinvolge l’intera catena del valore, prevedendo l’ottimizzazione e valorizzazione del portafoglio Upstream attraverso la progressiva decarbonizzazione, abbinata all’espansione dei business bio, rinnovabili e di economia circolare e all’offerta di nuove soluzioni energetiche e servizi. Circa il 90% dell’obiettivo di riduzione assoluta nel lungo termine sarà realizzato attraverso la trasformazione delle attività convenzionali.
I progetti di cattura, stoccaggio e utilizzo della CO2 (CCUS) avranno una funzione complementare per ridurre le emissioni residuali difficili da abbattere con le tecnologie esistenti. Il 5% circa della riduzione assoluta complessiva delle emissioni di filiera al 2050 sarà legata a compensazione attraverso crediti di carbonio, da Natural Climate Solution e da applicazione di soluzioni tecnologiche.