Cultura

Capitale della cultura 2025, Enna esclusa dalla TOP10 ma “non è una bocciatura”

Agrigento è una delle città finaliste per ottenere l’ambito titolo di “Capitale italiana della cultura del 2025“, mentre un’altra siciliana – Enna – è purtroppo rimasta esclusa. Tuttavia, per il sindaco della città dell’entroterra – Maurizio Dipietro, questa esperienza “non rappresenta una bocciatura”, anzi.

Ecco l’intervista realizzata da QdS nell’inchiesta del 28 gennaio dal titolo “Corsa per la Capitale italiana della cultura 2025: ecco come il turismo può ripartire dalla bellezza”.

Capitale della cultura 2025, Enna esclusa: l’intervista al sindaco

Il sindaco Dipietro non vede l’esclusione di Enna dalle 10 città finaliste come “una bocciatura”, ma come una possibilità di ragionare sulle proposte ancora da elaborare e mettere in pratica per migliorare l’offerta turistica della città. “Proseguiremo sulla rotta tracciata verso i prossimi appuntamenti che aspettano la nostra città, anche mettendo a frutto le tante proposte elaborate”, commenta a QdS.

Come immaginava Enna Capitale italiana della cultura 2025?

“Come l’abbiamo pensata in questi anni, in cui abbiamo costruito il percorso che ci ha portato a proporre la candidatura: una città che crede che gli investimenti in cultura siano la strada giusta per una crescita anche economica, creando occasioni per restare nella propria terra, innanzitutto per i giovani. Una città che valorizza le proprie radici storiche, dando forza alle tradizioni popolari e religiose che rappresentano il nostro vero patrimonio”.

Quale ritiene fosse il valore aggiunto rispetto alle altre candidate?

“Sicuramente la capacità di fare sistema tra i tanti attori di questa impresa, che hanno lavorato in sinergia per offrire una proposta culturale con tantissimi spunti storici, culturali, religiosi, tradizionali e altri a tutti i nostri visitatori, contando su una solida rete museale e monumentale in grado di affascinare chiunque. E poi la solidità di radici storiche millenarie”, aggiunge il sindaco di Enna, citando il Museo multimediale dedicato al mito del ratto di Proserpina, il Duomo e molte altre bellezze della città.

Purtroppo Enna è stata esclusa dalle finaliste. Ha in mente un piano B per mettere a frutto il progetto?

“Aver creato i presupposti per proporre la candidatura della nostra città rappresenta per noi già un grande traguardo, perché ci ha reso consapevoli delle nostre potenzialità e ha portato Enna all’attenzione del grande pubblico e al centro dei flussi turistici della nostra Isola. Il piano B, quindi, non si discosta dal progetto originario: continuare a percorrere la strada degli investimenti in cultura quale via maestra per la crescita economica”.

Il rapporto con Agrigento

Resta ancora in corsa Agrigento. Se dovesse anch’essa essere esclusa crede che vi possiate unire in iniziative comuni?

“Realtà piccole come la nostra debbano lavorare a stretto contatto con i territori limitrofi, in un concetto di area vasta che è quello che noi perseguiamo ormai da anni. L’idea di unire le forze e le esperienze tra le candidature siciliane può senz’altro rappresentare un’occasione da sviluppare”.