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Enoturismo in tempi di Covid, stop a tour tra le botti

ROMA – Dopo il lungo lockdown imposto dall’emergenza coronavirus, riparte l’accoglienza nelle cantine italiane ma con nuove regole. L’emergenza Covid-19, secondo un’indagine condotta dal Movimento Turismo del Vino in Italia, ha picchiato duro contro il turismo enogastronomico, ed in particolare con le cantine, che nell’87% dei casi si sono dichiarate molto danneggiate soprattutto in termini di vendita (91%) e di presenze dirette.

“Tuttavia ripartire è possibile, con qualche novità che potrebbe portare ad una rivalorizzazione di aspetti fino ad oggi ritenuti secondari” afferma Donatella Cinelli Colombini, ideatrice della giornata Cantine aperte e del Movimento del Turismo del vino nel sottolineare che, almeno per un periodo, la visita fra botti e tini sarà pressoché impossibile: “È dovere dei titolari salvaguardare la salute di visitatori e dipendenti, quindi le aree per il turismo e la produzione enologica dovranno essere rigorosamente separate. Gli ambienti sotterranei o raffreddati con impianti a ricircolo d’aria, devono essere riservati solo al sonno del vino”.

Inoltre, osserva l’imprenditrice toscana, “i wine lover si dovranno abituare a prenotare la visita nelle aziende di produzione ma, probabilmente, ne troveranno molte di più aperte nel week end e all’ora di pranzo. E con più attività, dalle degustazioni ai trekking in vigna, all’aperto per godere di una sorta di ‘terapia del paesaggio”. Intanto il Movimento Turismo del vino e l’esperta del settore Roberta Garibaldi hanno presentato il protocollo internazionale “Tranquillamento Enoturismo” con linee guida e buone pratiche per viaggi Covid-free alla scoperta del mondo di Bacco.