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Enrico Trantino, cinque anni per voltare pagina: “Necessario il senso civico dei catanesi”

Nella sede del Quotidiano di Sicilia si è svolto il forum tra il nostro direttore, Carlo Alberto Tregua, e il sindaco di Catania, Enrico Trantino. Nel corso del colloquio sono stati affrontati le principali questioni strutturali che riguardano il Comune, dal bilancio alle infrastrutture, dai rifiuti alle criticità del personale.

Sindaco, da ex assessore all’Urbanistica se ne è occupato a lungo. Oggi che è primo cittadino, cosa ci può dire della riqualificazione del borgo di Ognina e, soprattutto, della demolizione del cavalcavia sul Lungomare di Catania?
“Il borgo di Ognina merita riqualificazione e valorizzazione. Per quel che riguarda il waterfront, abbiamo trovato le somme per poter intervenire, ma non vogliamo realizzare qualcosa di provinciale o autoreferenziale. Per questo, come già detto in precedenza, lanceremo un concorso internazionale di progettazione e vedremo se chi vincerà vorrà procedere con la demolizione oppure diversamente. Noi pensiamo che il ponte vada rimosso per liberare il borgo e pensiamo di farcela. Rispetto al futuro del water front, vedremo quali idee verranno fuori per la riqualificazione fino a piazza Nettuno. Per rendere più appetibile la proposta, stiamo costituendo una giuria che sarà presieduta da un architetto di fama internazionale. Ho chiesto che sia donna. Abbiamo l’interesse di un’olandese e di una mediorientale. Stiamo cercando di capire chi potrebbe essere. Dovremmo presentarla alla città il primo ottobre”.


Tutto è però legato all’apertura della viabilità di scorrimento, almeno la prima parte, che collega la circonvallazione altezza viale Ulisse alla via del Rotolo. L’opera è attesa da decenni e, nonostante l’accelerazione impressa negli ultimi anni, sembra nuovamente bloccata. Cosa ci può dire?
“Chiaramente, è tutto subordinato al completamento e all’apertura della doppia carreggiata della viabilità di scorrimento. Purtroppo, mi sono reso conto che occorre pressare per accelerare i lavori di un’opera immaginata nel 2005 e che ancora non ha visto la luce. Ho personalmente parlato con Castrovinci, la ditta che sta lavorando sulla via Barraco: a brevissimo arriveranno i guard rail, immediatamente dopo ricominceranno a lavorare in modo da poter aprire una delle due corsie entro il mese di ottobre. Per quanto riguarda, invece, la seconda corsia, quella che da via del rotolo porta alla Circonvallazione, siamo ancora nella fase della progettazione. È stato necessario, dopo tutti questi anni, rivedere i prezzi e altro. Si sta procedendo con la redazione del nuovo progetto che prevede anche le rampe di accesso per poi mandare tutto in gara. Pensiamo di poter completare tutto entro il 2024”.

Cosa ci può dire, invece, per quanto riguarda l’altro lotto della viabilità di scorrimento, quella che collegherà la via del Rotolo alla via Alcide De Gasperi?
“Il lotto Rotolo-De Gasperi pensavo fosse il più complicato. Per fortuna, gli espropri non sono così tanti e, a breve, potremo procedere. Ma, in questa fase, è difficile fare previsioni”.

Come si inserisce la pista ciclabile in questo scenario?
“Quella esistente non mi fa impazzire, ma va riqualificata anche se, con la chiusura al traffico del Lungomare sarà pressoché inutile. Così come occorre mettere a regime cinquanta chilometri di pista già progettati ma non è semplice in una città come Catania”.

Da anni, a Catania, c’è un evidente problema di pulizia legato alla raccolta dei rifiuti. Uno scenario che non è cambiato con l’introduzione della raccolta porta a porta in tutta la città. Oltre i sacchetti lasciati sui marciapiedi, cosa che non aiuta a mantenere il decoro e la pulizia, c’è un evidente problema di discariche sparse in tutta la città e oltre. Come intende intervenire su questo settore?
“Non prendiamoci in giro, risolvere la questione è complicato. Sono tre le principali problematiche: innanzitutto, la questione relativa ai termovalorizzatori. Non possiamo più aspettare. Pare che il ministro Pichetto Fratin stia nominando il presidente della Regione, Renato Schifani, come commissario straordinario. Speriamo. La zona industriale di Catania sarebbe il luogo ideale, oltretutto, se l’impianto fosse collocato nell’ex acciaieria Megara potremmo avere già il sito per altoforno. In secondo luogo, il servizio di raccolta risente di appalto deficitario e sottodimensionato. Le risorse erano quelle, è vero, ma non va bene per la nostra città. Ho chiesto di intensificare lo spazzamento e la raccolta, ma stiamo pensando di ampliare l’appalto. Non possiamo immaginare che le cose restino così. Un’altra questione che va senza dubbio affrontata riguarda le modalità di conferimento: non si possono lasciare i rifiuti in strada, è indecoroso oltre che non igienico. Per questo, stiamo pensando a stipulare un accordo con i condomini per mettere i carrellati all’interno degli androni”.

Che cosa ci può dire in relazione alla raccolta differenziata. Non temete che le percentuali possano tornare a scendere?
“Dobbiamo ammettere che gran parte dei cittadini è refrattaria alla raccolta differenziata. Non solo i catanesi, mi riferisco anche al resto della provincia dove, fuori dai centri abitati, si trovano spesso distese di rifiuti e vere e proprie discariche. Bisogna fare di tutto per evitare quella che sta diventando una cancrena, ovvero la presenza di micro discariche che si ricreano anche quando puliamo. A volte le ditte sono proattive e intervengono con il ragno per liberare le strade, ma questa non può essere la soluzione. Il problema delle discariche noi possiamo risolverlo una tantum con la pulizia generale – ma questo comporta l’abbattimento delle percentuali di differenziata e un aumento dei costi che già sono elevati. Ma se il cittadino non comprende il valore della propria azione, se non ha spirito di appartenenza, non avremo risolto nulla. Per questo intensificheremo la campagna di promozione e sensibilizzazione: partiremo con le scuole. D’altronde, i bambini sono i migliori ambasciatori. Dobbiamo puntare su questo aspetto: se la città risponde con la solita litania, vedendo solo ciò che non va e non collaborando, vuol dire che ci si vuole continuare a fare del male. Ma, da questo punto di vista, credo che il rapporto dell’amministrazione con la città stia un po’ cambiando, almeno guardando i social”.

“Occorre instillare nei giovanila cultura del bene pubblico”

“È necessario trasferire ai giovani il senso dell’appartenenza alla città –ha detto il sindaco Trantino in occasione della riapertura delle scuole – Dobbiamo instillare la cultura del bene pubblico, cercando di non arretrare mai rispetto a quello che ci si chiede. È chiaro che i nostri interventi dipendono dalle risorse ma dobbiamo provare sempre a dare risposte concrete e risolvere per dare anche ai ragazzi una visione di città attenta e presente, L’Amministrazione – ha aggiunto il sindaco Trantino – ha inserito la scuola al centro della sua azione, investendo energie e risorse per sviluppare un’attività di programmazione in grado anche di intercettare opportunità di finanziamenti per migliorare la sicurezza e la qualità degli edifici esistenti, costruire nuovi spazi moderni e accoglienti in funzione di una scuola più connessa e aperta al territorio. Puntiamo a servizi di qualità, a misura di studente, che guardino anche alle esigenze logistiche e funzionali delle famiglie, e a percorsi di formazione in un più ampio contesto di ‘comunità educante’ e fulcro di aggregazione sociale sul territorio”.

“Ci servono 600 vigili, ma Catania non è insicura”

Un’altra questione da affrontare riguarda la sicurezza. In città ci sono pochissimi vigili urbani. Come intende affrontare questo aspetto, considerando il blocco delle assunzioni dovuto al dissesto del Comune?
“Ci sono in totale 254 vigili in città. L’età media è di 57 anni. Certamente ce ne vogliono di più, non solo in strada, ma anche all’annona, nel commerciale. Quando sono andato a Roma, sono riuscito a ottenere la proroga per i 46 assunti a tempo determinato. In quell’occasione, ho chiesto altri 600 vigili. Purtroppo, in questo momento il Governo è alle prese con la Legge di Bilancio. Ho anche chiesto alla Prefettura di interloquire con il Governo per l’invio dei militari. Però, permettetemi di evidenziare, una volta per tutte, e senza voler ridimensionare la questione in alcun modo, che spesso amplifichiamo un messaggio distorto, con statistiche prive di fondamento che analizzano più la percezione di un fenomeno che il fenomeno stesso. Con questo non voglio dire che il problema della sicurezza non ci sia, ma ricordo a me stesso che, nei fantastici anni Novanta, furti e omicidi erano all’ordine del giorno”.

Cosa si può fare allora?
“Innanzitutto, insieme al nuovo questore e con il nuovo comandante dei carabinieri, possiamo costruire un nuovo percorso. La priorità, secondo me, è dare un segnale, colpire la gente senza casco, ad esempio, e tutti i segnali di palese disprezzo della legalità”.

Che altro avete immaginato a scopo di prevenire?
“Finalmente stiamo attivando le 256 telecamere posizionate in città. Un grande segnale per il territorio, ma certamente non basta e ne metteremo altre. Dobbiamo lavorare molto e siamo in perfetta sintonia con il presidente del tribunale dei minori, Di Bella, per contrastare la dispersione scolastica. Stiamo estendendo l’orario delle scuole per favorire la frequentazione; stiamo ragionando su come colpire, secondo le nostre competenze, i genitori se non mandano i figli a scuola. Insomma, il lavoro è tanto e dobbiamo anche dialogare con le famiglie”.

“Interramento dei binari, a ottobre vertice a Roma”

Un altro importante cantiere che Catania aspetta da tempo è quello che vedrà interrati i binari e la stazione, liberando così la zona degli Archi della Marina, oltre che la vista mare di gran parte della città. A che punto siamo?
“Il 12 ottobre sarò a Roma per incontrare Trenitalia, Rfi e Anas, proprio per la questione dell’interramento dei binari. L’obiettivo è trovare un miliardo di euro per procedere al progetto. Dopo di che, vedremo come valorizzare l’area, se realizzare una passeggiata o altro”.

Che può dirci, infine, in relazione allo stato di salute dell’Ente a livello finanziario, considerando che, a dicembre dovrebbe terminare la procedura di dissesto?
“Sta andando decisamente meglio. Abbiamo fatto la ‘dieta’, abbiamo eliminato tanti costi e, ancora, stiamo eliminando fitti passivi – tra poco dismetteremo quelli delle ultime due direzioni. Attendiamo poi linfa vitale dal Governo”.

Resta il grande problema della riscossione e del fatto che a Catania le tasse le paga appena il 50% della popolazione. Come pensate di intervenire?
“Quello della riscossione è un problema enorme. Abbiamo esternalizzato il servizio per accertare e riscuotere ma occorre fare ancora molto. Anche perché se è vero che tanti non possono pagare, è anche vero che tanti ne approfittano. Una delle soluzioni che stiamo studiando, per quanto molto impattante, è intervenire sui servizi erogati. Diminuirli per chi non è in regola con le tasse. Ma serve il personale che non abbiamo e noi stiamo facendo salti mortali. Non intendiamo crearci un alibi, però: sia io che la mia giunta affronteremo anche ciò che è insormontabile”.