Editoriale

Entusiasmo intenso, prudenza lenta

Certe volte siamo sorpresi nel leggere le storie di personaggi che hanno compiuto, in periodi storici diversi, opere straordinarie, impensabili per l’epoca e ritenute “impossibili”.
È una questione che riguarda tutti i tempi, ben prima di quando noi abbiamo conoscenza, cioè all’incirca cinquemila anni fa. In ogni periodo ci sono state tante persone che hanno realizzato imprese “impossibili”.

Cosa c’è dietro a tutto questo? Sicuramente l’ingegno, l’intuito, poi la volontà, ancora lo sforzo senza limiti e infine l’entusiasmo. Questo è un carburante formidabile che fa moltiplicare le energie e che fa vedere le mete raggiungibili nonostante esse siano lontane, tanto da apparire quasi evanescenti.
Scendendo da questi alti vertici e venendo alle persone “comuni”, fra esse ve ne sono tante dotate di entusiasmo perché vedono le circostanze in modo positivo, cercando contemporaneamente di emarginare le altre e soprattutto di non vederle in modo negativo.

Si sa, i pessimisti ci sono sempre stati e sempre ci saranno; purtroppo costituiscono la maggioranza degli esseri viventi. Infatti solo una minoranza vede le cose in modo positivo e non si arrende di fronte alle difficoltà. Inoltre, quando si cade – perché si cade – anziché lamentarsi, si cercano e si trovano le risorse per rialzarsi e ricominciare.

Insomma, queste persone, ripetiamo, che costituiscono una minoranza, cercano sempre di raggiungere mete anche lontane o difficili, minimizzando le difficoltà e massimizzando gli sforzi.
Qualcuno potrebbe osservare che vivendo in questa maniera intensa le difficoltà si moltiplicano e il peso degli eventi diventa quasi insopportabile. Non ci sembra così. Infatti proprio perché si vive intensamente, si utilizza la propria vita, che va dal primo vagito all’ultimo respiro, in maniera adeguata ed utile.

Siamo persuasi che questo modo di intendere non solo non sia diffuso, ma sia anche contrastato, e non poco, da tanta gente che vorrebbe avere sempre la balia pronta a soddisfare le proprie esigenze senza metterci nulla o mettendoci poco del proprio.

Da molte parti sentiamo che nell’agire bisogna adottare prudenza. Giusto, è necessario. Tuttavia, prudenza non significa lentezza, ma giusta valutazione di fatti e di eventi.
Se invece si procedesse senza il necessario ritmo, non si giungerebbe a nessun risultato.
Ora, è noto che sono i risultati a misurare la qualità delle azioni, le quali debbono fissare in partenza obiettivi raggiungibili e anche cronoprogrammi per raggiungerli.

Si badi, quello che scriviamo non riguarda solo le attività economiche, ma qualunque altra attività, anche assistenziale, del terzo settore, di beneficienza e simili, perché senza organizzazione non si raggiunge nessun obiettivo e, quindi, nessun risultato utile conseguente.

Dunque, sono a confronto entusiasmo e prudenza, ma essi non sono antitetici, bensì complementari, naturalmente nella giusta e opportuna misura. Si tratta di adottare il buonsenso della persona comune che deve indurre a un comportamento saggio, equilibrato, ma non lento.

Non sembri secondaria la questione che oggi portiamo alla vostra attenzione perché le regole di comportamento di ciascuno di noi devono essere funzionali al vivere intensamente la propria vita, che è una sola. Essa trascorre naturalmente e il suo trascorrere non ci deve influenzare perché è un fatto non influenzabile; mentre ad essa si dà valore nella misura in cui la si vive, ripetiamo, completamente e intensamente.
Questo non è facile e non è un comportamento che può avvenire, come si usa dire, di punto in bianco. Bisogna volerlo.

Scusateci se ripetiamo alcune parole, ma esse sono significative per comunicare le necessità cui molti di noi non pensano e così vivono dall’alba al tramonto e dal tramonto all’alba spendendo inutilmente questo bene prezioso di cui siamo tutti dotati.

In altri termini, bisogna avere consapevolezza dell’esistente attraverso una riflessione continua e un’ampia e vastissima lettura di quei libri che ci facciano capire gli eventi e come essi funzionino.