ERICE (TP) – Sarà perché la campagna elettorale è già in rampa di lancio, si vota tra qualche mese. Sarà perché di nuovi confini è facile parlarne ma poi può essere più utile difenderli, sta di fatto che un dato intercomunale finisce per cadere nella trappola delle polemiche.
Accade ad Erice e riguarda anche Trapani. L’Amministrazione comunale ericina – quella che si avvicina alla tornata elettorale – ha deciso ed ha ora consegnato all’Associazione giovanile “Trapani per il Futuro” un immobile confiscato alla mafia. Si trova in Via Tenente Pollina e si tratta di una ex gioielleria. Ci sarà da gestire il Centro di documentazione contro le mafie e la rete informatica sui beni sequestrati e confiscati, ma non solo.
L’Associazione, selezionata da una commissione ad hoc, dovrà avviare corsi di educazione ambientale ed alla legalità, corsi d’insegnamento della lingua italiana agli stranieri. Sarà inoltre chiamata a coinvolgere i giovani del territorio ed a mettere su una web radio.
Da qui la soddisfazione della sindaca Daniela Toscano: “Mi fa piacere che sia proprio un’associazione giovanile a gestire un immobile che è stato confiscato alla mafia. Ciò ha un grande valore simbolico, al di là anche delle nobili ed importanti finalità per cui questi ragazzi sono stati chiamati a fare la loro parte. Questo progetto, sostenuto dalla Prefettura, che ha compiuto le verifiche, e finanziato dal Pon Sicurezza, ci consentirà di poter valorizzare questi locali, beni che rappresentano la vittoria dello Stato sulla criminalità organizzata e che vengono restituiti alla società civile”.
In piena sintonia il primo cittadino di Trapani Giacomo Tranchida: “Ritengo che questo progetto meriti una sinergica collaborazione tra i due Comuni, con l’obiettivo di sensibilizzare le giovani generazioni dei nostri territori sul tema della lotta alla mafia, educandole alla legalità con la loro partecipazione attiva”.
Da qui un ulteriore elemento di svolta: “La ricostruzione e la memoria storica consentono di tenere alta la soglia dell’attenzione sul fenomeno mafioso e sulla necessità di combatterlo in ogni modo”.
Tranchida prova ad andare al sodo: “La cultura ed il confronto coi giovani, possibilmente senza retorica ma con praticità, rivestono un ruolo fondamentale. Tutto questo consente di contestualizzare gli eventi e di costruire un’autoconsapevolezza di ciò che è la criminalità organizzata, che è costituita anche da atteggiamenti di prevaricazione, di violenza e di omertà”.
Ma in politica c’è però sempre un ma. E l’ha posto, a viso aperto, una consigliera comunale ericina. Fa parte dell’opposizione ed ha subito messo le mani avanti, a scanso di equivoci, perché la “materia” è di quelle che possono intraprendere la facile strada della strumentalizzazione. Simona Mannina, in forza al gruppo VIA, ha così voluto mettere ordine prima di entrare nel merito del problema: “Conosco diversi giovani che fanno parte dell’Associazione Trapani per il Futuro, molti dei quali stimo”. Tradotto: non ce l’ho con l’Associazione e non sono contraria all’iniziativa, tutt’altro! È il “sistema” che va regolato e che va incardinato con procedure che siano sempre le stesse e per tutti. La critica della consigliera nasce con l’annuncio di una sua iniziativa, anche se il conto alla rovescia della campagna elettorale è già iniziato.
“Ritengo – ha argomentato – che sia necessario fare chiarezza e regolamentare tutta la materia riguardante le associazioni, sia per quanto concerne l’affidamento di strutture ed edifici comunali, sia per quanto riguarda i contributi”.
Serve un regolamento consiliare ed è quello che intende discutere in consiglio: “Presto verrà portato in aula una proposta che porta la mia firma”.
Alla fine la consigliera trova anche lo spazio per affondare il colpo: “Ritengo opportuno privilegiare le tante associazioni che operano nel territorio ericino e che tanto hanno dato e danno giornalmente al Comune di Erice”. Se non è una sorta di “prima gli ericini”, poco ci manca. Se i confini contano ancora, bisogna prenderne atto, senza chiudere agli altri, ma tenendo conto di quel che c’è già nel proprio territorio. Il messaggio della Mannina è forte e chiaro. Arriverà a Palazzo?