ERICE (TP) – Il suo programma in uno slogan? Il sindaco della Cultura e quindi di Erice, perché Erice è cultura. Il progetto elettorale di Maurizio Oddo è ad incastro. Il rappresentante del Movimento Cinque Stelle punta a tagliare corto con il passato, più o meno recente. Punta ad una rivoluzione morbida, segnata da un cambiamento sostanziale. Una sfida a tutto campo. A sé stesso – si è candidato a sindaco anche nel 2017 -, al territorio, perché Erice va oltre i suoi confini ed agli ericini che hanno l’opportunità di fare un salto di qualità. Oddo è pronto a garantirlo.
Lei ha deciso di puntare sulla cultura. Cosa significa nel concreto?
“Per quanto mi riguarda, non è mai facile ‘dire’ cultura e non è mia intenzione fare della cultura propaganda elettorale. Tra i punti programmatici, su cui lavoriamo da tempo, la cultura è sicuramente uno dei tasselli fondamentali. La cultura declinata in tutte le sue componenti a partire dal rapporto con i cittadini – la cultura della polis – alla cultura intesa come arte e come istruzione. Mi riferisco, in particolare, all’Università che è – e non potrebbe essere diversamente – una cosa seria e non un esperimento politico. Allo stesso tempo, però, essa potrà essere promossa da una politica sana e seria – quella degli anti slogan – su cui puntiamo. Nel concreto, cultura è anche ambiente e paesaggio”.
Cultura è dunque programma. Progetto complessivo di governo.
“Cultura è turismo ed Erice deve tornare a essere una giusta meta in un calibrato circuito internazionale; Cultura è anche cinema e spettacolo. Ci adopereremo affinché possano tornare manifestazioni importanti come la Venere d’Argento. Cultura è anche teatro, da qui la proposta per la realizzazione di un Teatro, nella splendida cornice del bosco, e di arene sotto il cielo stellato. Cultura è anche geografia e territorio che, declinati nell’ottica della rivalorizzazione dei beni archeologici, porteranno al potenziamento dei sentieri destinati a attraversare quello che abbiamo definito il Parco del Monte. Cultura è anche arte, architettura, danza, cinema e fotografia ovvero le tematiche principali per una Biennale del Mediterraneo – con al centro Erice – che ha la pretesa di fare da contraltare alla Biennale Internazionale di Venezia, senza scartare la possibilità di candidare Erice come terzo polo del MAXXI di Roma. Cultura è anche scienza. è nostro desiderio potere potenziare i rapporti con il Centro Ettore Maiorana. Cultura è economia: alcuni tra i dati più significativi, che ci fanno comprendere come la cultura sia portatrice sana di ricchezza, evidenziano come i settori culturali e quelli creativi contribuiscano al 4,2% del Pil europeo. In Italia, l’ultima indagine Symbola/Unioncamere stima che nel 2018, prima della pandemia, il perimetro del sistema produttivo culturale e creativo è stato di oltre 92 miliardi di euro di valore aggiunto. Penso che Erice abbia tutte le carte in regola per diventare un caso pilota”.
La Fondazione EriceArte va rivista? La presenza nel Distretto Turistico è una opportunità o solo uno strumento per fare sottogoverno?
“Penso che non si tratti di una rivisitazione ma piuttosto d un potenziamento di rapporti, qualora si rendessero necessari, volti alla realizzazione dello scopo ultimo che è portare Erice al centro del Mediterraneo con la forza delle ragioni dell’impegno civile. Penso, invece, che la presenza nel Distretto Turistico più che rappresentare una opportunità, allo stato attuale, rappresenti soltanto uno strumento per fare sottogoverno. La necessità di applicare strumenti di marketing – per molti versi simili a quelli usati per promuovere, esporre e vendere sul banco di un supermercato un prodotto – per rendere attraenti città e territori, ha finito per fare assomigliare tutti i luoghi, se non altro per uniformità di offerta, perdendo l’originarietà. Tutti i Distretti offrono mostre, sagre, festival e percorsi enogastronomici. In questo quadro, va rivisto il ruolo dell’attore principale, che è il turista; una figura che, incidendo materialmente sul territorio e sulle scelte della politica locale, finisce con l’avere un peso specifico importante. Bisogna capire quali, allora, le motivazioni di chi compra turismo. A costo di apparire provocatorio, a mio avviso, non ha valore partecipare alla BIT di Milano senza avere definito una programmazione turistica dettagliata”.
In ogni campagna elettorale ericina o trapanese torna in gioco la questione dei nuovi confini tra i due Comuni. Ma c’è anche un’altra opzione, quella che guarda ad dimensione territoriale che è stata sintetizzata qualche tempo fa nella Grande Erice.
“Scartata l’ipotesi della Grande Erice, qualora il riferimento è all’area Area Vasta di cui parla la sindaca uscente, saranno gli ericini, mediante azione referendaria a stabilire la fusione di Erice con Trapani o alla definizione di nuovi confini che, a ben vedere, sono le facce della stessa medaglia ma a partire da proposte reali e concrete che vadano ben oltre le secche di una politica spicciola. Basta, quindi, con l’opportunismo politico, spesso mosso dalla pancia, a favore delle scelte di cuore dei cittadini”.
Oddo si propone al voto del prossimo 12 giugno con cinque liste a sostegno: “Territori in Movimento”, “Amo Erice”, “Erice Pulita”, “Maurizio Oddo Sindaco” e Psi. Candidatura, quella di Oddo, che dovrà confrontarsi con la sindaca uscente Daniela Toscano, Piero Spina e Silvana Catalano.