LIPARI (ME) – Primo intervento tampone nello specchio di mare antistante la frazione marinara di Acquacalda, nell’isola di Lipari, Eolie. Il sindaco, Riccardo Gullo, in qualità di Rup del risanamento della frazione flagellata dalle violente mareggiate che arrivano soprattutto da nord-ovest, ha dato il via libera per la posa a mare, in un tratto delimitato, di grandi massi di pietra lavica, provenienti da una cava del catanese, per la messa in sicurezza di alcune case e dei loro abitanti. Il progetto prevede una spesa di circa 170mila euro.
Si tratta, però, pur sempre di un progetto molto limitato e non dell’intero risanamento di tutta la frazione a mare. è per questo che Gullo durante l’ultimo Consiglio comunale di Lipari ha lanciato l’allarme, non nascondendo la sua viva preoccupazione per quello che potrebbe accadere al piccolo borgo liparese qualora dovesse verificarsi questo inverno una mareggiata violenta simile a quella che colpì l’abitato nel 2019. Allora una parte del lugomare crollò sotto la forza delle onde e diverse case abitate vennero messe in pericolo. Se per ironia della sorte la mareggiata avesse colpito ad agosto, il bilancio sarebbe stato di proporzioni non quantificabili. Gullo ha quindi detto, rivolto ai consiglieri in aula, ma indirettamente a tutte le istituzioni regionali e nazionali, che Acquacalda rischia di non sopravvivere senza un intervento radicale e tempestivo di protezione dell’abitato, che non può gravare sul bilancio comunale.
Il sindaco ha anche illustrato il progetto di risanamento a mare, già approvato da tutte le autorità preposte, che prevede una spesa complessiva di oltre 14 milioni e mezzo, con la posa in mare di due lunghe barriere frangiflutti soffolte che avrebbero il compito di contenere l’impatto delle alte onde e consentire alla spiaggia di riformarsi. Un progetto molto strutturato, che prevede anche il rifacimento del lungomare, per ridare decoro alla frazione. Attualmente però in cassa il sindaco ha solamente 4,2 milioni di euro che potrebbero bastare solo per rifare il lungomare. Ma ha senso spendere questi milioni per una strada se prima non si fanno le barriere protettive a mare?
Per questo Gullo ha avuto modo di interloquire già col ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, che conosce perfettamente la situazione della frazione per essere stato proprio nel 2019 presidente della Regione e commissario per l’erosione delle coste. Sembra che il ministro abbia riferito a Gullo che il regime di emergenza che aveva consentito alla frazione di ottenere alcuni fondi non possa al momento essere riproposto. Per questo Gullo con il suo intervento in Consiglio intende sollecitare una risposta dalle autorità regionali le quali potrebbero prevedere una somma da destinare ad Acquacalda, ribandendo, come aveva di recente scritto questo giornale, che nella frazione si rischia un nuovo Ponte Morandi. Nel senso che quando il ponte sull’autostrada di Genova crollò con 43 morti, tutti sapevano all’azienda Autostrade che era pericolante, ma nessuno fece nulla. Allo stesso modo ad Acquacalda da anni tutti sono al corrente che senza interventi prima o poi il mare si porterà nuovamente la strada e con essa, speriamo mai, qualche casa.
La preoccupazione del primo cittadino e più che mai giustificata dalle relazioni dei tecnici che hanno appurato come in alcuni tratti il lungomare è stato scavato dai marosi e quindi qualche crollo potrebbe verificarsi da un momento all’alto durante qualsiasi mareggiata. Acquacalda, come tanti altri piccoli paesi dimenticati dallo Stato, è vittima della burocrazia e del disinteresse.
Per fronteggiare le mareggiate nel lontano 2008 vennero stanziati per la frazione alcuni fondi, ma a parte un intervento tampone effettuato nel 2012, poi sospeso per un contenzioso e sembra per il fallimento della ditta, niente e nessun responsabile delle precedenti amministrazioni ha fatto nulla. Soltanto chiacchiere e promesse. Nel frattempo il mare pian piano ha scavato, ha eroso, si è portato via buona parte delle spiagge. Adesso è iniziato questo intervento che sembra una goccia in un deserto, ma la ruspa che lavora sa di buon auspicio. Speriamo che Gullo abbia la meglio, ma non fosse così è evidente che quando c’è in ballo la vita della gente dovrebbe esserci una autorità responsabile che possa almeno far fronte all’emergenza e decidere cosa fare. Ma in Italia quanto vale la vita di uno sparuto gruppo di persone? Lo abbiamo già detto: basta fare il paragone con quanto avvenuto sul ponte Morandi per avere una risposta.