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Esami avvocato, troppe incertezze

ROMA – “Siamo inevitabilmente giunti a metà settembre e del nuovo bando dell’esame d’avvocato non si sa ancora niente. In questo modo, purtroppo, la maggior parte di coloro che hanno già sostenuto gli scritti non riuscirà a sostenere gli orali entro la fine del 2020 e potrebbe esser costretta ad affrontare la “temibile tre giorni”, sostenendo nuovamente gli scritti. Questa situazione è inaccettabile” spiega la dott.ssa Claudia Majolo, Presidente di Upavv (Unione praticanti avvocati).

“Già prima che fossero resi noti i risultati degli scritti della sessione 2019 da parte di tutte le Corti d’Appello, ci siamo recati più volte a Roma per parlare con eminenti esponenti del Governo, proprio per chiedere lumi su una situazione che, causa l’epidemia di Covid 19 ancora così temibile, è diventata paradossale. Abbiamo spiegato la nostra proposta di riforma, abbiamo chiesto un deciso snellimento dell’intera procedura e, soprattutto, abbiamo puntato l’attenzione su un esame che sempre più spesso è frutto del caso e non della reale preparazione e bravura dei candidati. E questo è assolutamente inaccettabile per l’accesso a una delle professioni più nobili da esercitare”, continua la Presidente Majolo.

Quanto alla sessione 2020-2021 è ancora tutto in divenire. “Benché siamo arrivati a metà settembre, dalle parti di via Arenula tutto tace. In tutti questi mesi, difficili per tutti ma terribili per chi non sa se e quando potrà portare a compimento il proprio percorso formativo, l’Onorevole Ministro Alfonso Bonafede non ha speso alcuna parola nei confronti degli oltre 25.000 aspiranti avvocato che dovranno sostenere l’esame nei prossimi mesi. Non si conoscono le modalità dell’esame, non si conoscono ancora quali saranno i protocolli anti Covid 19 adottati e, soprattutto, non si conoscono le reali tempistiche. Chiediamo al Governo solo una maggiore chiarezza: non è possibile lasciare migliaia di giovani in balia di un destino già beffardo di per sé”.