Economia

Esportazioni, in Sicilia +5,1%, luci ed ombre a livello territoriale

di Oriana Sipala

L’epidemia globale causata dal Covid-19, che in Italia ha conosciuto il suo apice tra i mesi di febbraio e aprile, fa sentire i suoi effetti anche in tema di export. L’Istat ha infatti stimato, per il primo trimestre dell’anno in corso, un’ampia diminuzione delle esportazioni su tutte le ripartizioni territoriali rispetto all’ultimo trimestre del 2019: a soffrire di più il Nord-est (-6,8%), con un calo superiore alla media nazionale, seguono il Sud e le Isole il Sud e Isole (-5,4%), il Centro (-3,5%) e infine il Nord-ovest (-3,3%).

Rispetto invece allo stesso periodo dell’anno precedente, l’unico territorio che registra una tendenza positiva è quello delle Isole (+7,5%). Tuttavia, qui le esportazioni continuano ad avere un peso contenuto rispetto alle capacità di altri territori. Nelle Isole, infatti, le esportazioni del primo trimestre 2020 ammontano a quasi 3,4 milioni di euro. Una cifra che, sommata a quella del Sud (8,1 milioni di euro), non supera i 12 milioni di euro. Nel Nord-ovest, invece, il giro d’affari delle esportazioni, nel periodo analizzato, ammonta a oltre 43 milioni di euro (-2,2% rispetto allo stesso periodo del 2019); a dare un grosso contributo è anche il Nord-est, con i suoi oltre 36 milioni di euro, ma in calo del 2,5%. Al Centro si parla di esportazioni per 20,2 milioni di euro, con una flessione dell’1,5%. Un po’ più contenuta è infine la flessione nel territorio del Sud (-1,3%) dove si parla di 8,1 milioni di euro di esportazioni. Complessivamente, la flessione nazionale si attesta a un -1,9%. Un numero che conferma il grandissimo peso delle regioni settentrionali in tema di export.

Per esempio, la sola Lombardia, che rispetto al primo trimestre del 2019 registra un calo delle esportazioni pari al 3%, da sola contribuisce per 0,8 punti percentuali alla flessione su base annua dell’export nazionale. La Sicilia, invece, nello stesso arco di tempo registra, rispetto al primo trimestre dell’anno precedente, un aumento del 5,1%, ma, nel più ampio risultato nazionale, la sua incidenza non è così significativa da far spostare l’ago della bilancia verso risultati più incoraggianti. In particolare, a livello provinciale, i territori che hanno registrato una crescita più significativa delle esportazioni sono Trapani, Palermo, Caltanissetta, Messina, Ragusa e Siracusa, per le quali si parla di una variazione positiva superiore al 4,3%. L’export decresce invece ad Agrigento e Catania: si parla in questo caso di una flessione che oscilla tra il -9,6% e il -3,3%, mentre la performance peggiore si registra a Enna, dove si ha un calo che va oltre il 9,6%. Quanto al peso che ciascuno dei territori ha sul risultato complessivo del Paese, tutte le province tranne Catania contribuiscono, seppur in maniera moderata, a contenere la curva in calo (specialmente per Ragusa e Siracusa si parla di un’incidenza positiva che va oltre lo 0,01%, mentre in tutti gli altri casi il valore oscilla tra 0 e 0,01%). Quanto al territorio di Catania, la sua incidenza sul risultato finale delle esportazioni a livello nazionale oscilla tra -0,06% e zero.

Le regioni che registrano i numeri migliori sono il Molise (+57%) e la Liguria (+39%), che, con la loro crescita contribuiscono ad innalzare di 2 punti percentuali l’asticella del risultato finale. Seguono la Sardegna (+12,2%), la provincia autonoma di Bolzano (+5,8%) e la Campania (+5,2%). Dall’altro lato abbiamo Valle d’Aosta (-21,4%) e Basilicata (-17,2%). Tuttavia, le regioni che hanno avuto un maggior peso nel calo nazionale delle esportazioni sono sono Veneto (-3,2) ed Emilia Romagna (-2,4). Queste due regioni, insieme alla Lombardia, contribuiscono per 2,2 punti percentuali alla flessione su base annua dell’export nazionale.