Il tribunale di Palermo ha condannato l’Inail al pagamento della rendita di 200mila euro agli eredi di Vincenzo Sabato, il macchinista morto di mesotelioma pleurico per l’esposizione all’amianto.
La sentenza arriva a circa un anno dalla morte della moglie, vedova e avente diritto al risarcimento già dal 2017 ma deceduta lo scorso anno. A ottenere la somma, quindi, saranno i cinque figli della vittima.
La vittima aveva lavorato per le Ferrovie dello Stato per oltre trent’anni. Purtroppo, data anche l’esposizione frequente all’amianto, l’uomo ha sviluppato una grave forma di mesotelioma che lo ha portato alla morte. Dal 2015, la famiglia ha cercato di ottenere giustizia. Il risarcimento è arrivato oggi, nel 2023, e non ne potrà beneficiare la vedova dell’uomo – deceduta – ma solo i figli.
I casi simili a quello di Vincenzo Sabato sono tanti. Secondo l’ultimo Rapporto ReNaM dell’Inail, sarebbero circa 160 i casi di mesotelioma dovuti a esposizione ad amianto. Tra loro 70 macchinisti, compreso l’inconsapevole e sfortunato Sabato.
“Le Fs hanno utilizzato amianto in modo abnorme nonostante si conoscessero già le sue capacità lesive per la salute umana – denuncia l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’osservatorio nazionale amianto e legale della famiglia – solo in seguito alle numerose condanne hanno avviato un tardivo processo di bonifica. Ora però occorre risarcire i danni alle vittime e ai loro familiari”.
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