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Etna, inferno cenere, sindaci disperati, Ue riconosca calamità

Una foto, a volte, vale più di mille parole.

E quella del sindaco di Milo Alfio Cosentino, ritratto ieri a tarda sera al centro della grande piazza-belvedere del suo paese coperta da una funerea coltre nera di cenere e lapilli emessi dall’Etna, è angosciante, fin nei particolari.

Un tritato di pietra lavica

Calza pesanti scarponi, Cosentino, ché altrimenti sarebbe difficile camminare su quella sorta di tritato di pietra lavica che ricopre la piazza. E che il tappeto di cenere e lapilli sia spesso più di cinque centimetri risulta evidente guardando quanto vi affondi la gamba del tavolo che sta accanto al Sindaco.

“Un disastro, sono avvilito e disperato”, sbotta, Alfio Cosentino.

Parossismi dall’inizio dell’anno

Chi lo conosce sa che è un uomo sempre positivo, sorridente pronto a rimboccarsi le maniche e a lavorare davanti a qualunque difficoltà. Ma quanto accaduto è davvero troppo: in questo secondo anno di pandemia i paesi pedemontani dell’Etna e in particolare Milo hanno dovuto sopportare troppe calamità. E tra le più terribili e costose, proprio la pioggia di cenere e lapilli emessi dal cratere di Sud est dell’Etna in una serie di parossismi con fontane di lava che hanno segnato la quotidianità del centri pedemontani e di Catania fin dall’inizio di quest’anno.

Sette chili di cenere per metro quadrato

Le braccia conserte, Cosentino osserva la piazza tanto amata da Franco Battiato e Lucio Dalla, ricoperta, è stato calcolato, da sette chili di cenere e lapilli per metro quadrato caduti nello spazio di due ore, dalle 18 alle 20 di ieri.

Un bollettino di guerra

L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania ha tenuto sotto osservazione l’attività esplosiva del cratere di Sud est: la nuova fase eruttiva, oltre a produrre due flussi lavici – uno in direzione Valle del Bove e un altro in direzione Sud-Ovest, che ha circondato Monte Frumento Supino – ha causato soprattutto una enorme nube di cenere e lapilli ricaduti sui Comuni di Milo, Sant’Alfio, Giarre e Fornazzo.

Un vero e proprio bollettino di guerra, da quelle zone, con gravi problemi di viabilità: rallentamenti per il precipitare di materiale piroclastico si sono registrati anche su tratti dell’autostrada Catania-Messina.

Musumeci, non più fenomeno sporadico

“Non può più considerarlo un fenomeno sporadico – ha sottolineato il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci – visto che questi episodi sono sempre più frequenti e non possono essere gestiti come occasionale emergenza”.

Il Governatore, intervenga l’Ue

“E’ dunque necessario – ha sottolineato il Governatore – che la Protezione civile nazionale e il governo di Roma facciano un ulteriore sforzo finanziario e intervengano su Bruxelles affinché l’Unione europea riconosca finalmente il fenomeno come calamità nazionale”.

“L’Ue – ha affermato Musumeci – deve autorizzare un Piano che ci consenta di dare risposte immediate e congrue a sindaci e cittadini costretti da sette mesi a affrontare un’ emergenza che è diventata routinaria”.

Cosentino, pronto a consegnare la fascia al Prefetto

“Come Sindaco – ha incalzato Cosentino – sono pronto anche a gesti eclatanti, se serve andrò dal Prefetto a consegnare la mia fascia tricolore. Come Comune abbiamo impegnato e ancora non pagato alle ditte private circa trecentomila euro per ripulire strade, piazze, il cimitero e i tetti degli edifici pubblici come le scuole, il Municipio. E si tratta di una cifra enorme per un Comune di appena mille abitanti come il nostro”.

Intaccati i risparmi delle famiglie

E il sindaco di Milo ha sottolineato come quello della cenere dell’Etna sia un problema insostenibile non soltanto per gli amministratori, ma anche “per i privati cittadini, che devono pure sostenere spese consistenti che intaccano i risparmi delle famiglie”.

Intervenga la Protezione civile regionale

Per questo Cosentino chiede un intervento della Regione Siciliana, che, “anche tramite la Protezione Civile, dia supporto alle comunità e alle amministrazioni. Perché se è vero che non si attiva lo stato di emergenza, riservato solo a terremoti, eruzioni e incendi, nessuno può negare che questo della cenere sia un’urgenza silenziosa, continua”.

Enormi problemi alla produzione agricola

Un’emergenza che “crea enormi problemi anche alle produzioni agricole: agrumi, ortofrutta e viticoltura”.

Sì, la viticoltura, soprattutto, che a Milo, sottolinea il Sindaco, “è la principale fonte di economia”.

Un convegno sulla cenere per la ViniMilo

Nei prossimi giorni, infatti, partirà la quarantunesima edizione della ViniMilo, “che – ha annunciato Cosentino – alla cenere dedicherà anche un convegno, con Unict e Ingv, per studiarne i vantaggi in agricoltura”.

“Ma adesso – ha sottolineato Cosentino – siamo in emergenza e occorre intervenire subito: da Sindaco ho l’impegno civile e morale della salute pubblica e dell’incolumità dei cittadini, e la cenere per le strade provinciali, di competenza della Città Metropolitana, è anche un fattore di rischio per la viabilità”.

Basta proclami, occorrono risultati

“Abbiamo visto tanti proclami – ha concluso – ma pochi risultati. Così non si può andare avanti”.