PALERMO – L’Italia, questa volta, si è fermata a Bari. Ci sono infatti Milano, l’Allianz Stadium di Torino, Verona, Genova, Firenze, Bologna, Cagliari, Napoli e Bari tra gli stadi inseriti nel dossier che la Federcalcio ha preparato per sottoporre all’Uefa la candidatura del nostro Paese per organizzare gli europei di calcio del 2032. La Sicilia, e in particolare lo stadio Renzo Barbera di Palermo, ancora una volta è stata tagliata fuori.
“Il dossier di candidatura dell’Italia per l’organizzazione di Uefa Euro 2032 – ha commentato il presidente della Figc, Gabriele Gravina – è ispirato a un Nuovo Rinascimento ed è stato realizzato attraverso continue connessioni con i territori: da un lato esaltandone le bellezze storiche e artistiche, dall’altro rispettandone l’impatto e la sostenibilità. Il dossier è il frutto di un lavoro intenso, in cui il calcio si è fatto ancora una volta strumento di unità e di aggregazione trasversale, concretizzatasi nell’adozione di diversi provvedimenti, governativi, parlamentari e comunali, che nobilitano la nostra candidatura. Abbiamo immaginato l’Italia e il calcio europeo fra dieci anni, nella consapevolezza che il lascito positivo di un evento del genere moltiplichi straordinarie opportunità per l’intera nazione”.
Una nazione di cui però, almeno stando al dossier della Federcalcio, la Sicilia non sembra far parte. A dar voce alla delusione per l’esclusione di Palermo è stato innanzitutto il presidente della Regione Renato Schifani, che ha lasciato aperte delle speranze per una soluzione, come si dice in gergo calcistico, in zona Cesarini. “Ho parlato con il presidente della Federazione, Gabriele Gravina – ha detto Schifani – a proposito dell’esclusione dello stadio Barbera di Palermo dall’elenco relativo al dossier presentato all’Uefa in vista della decisione per gli Europei di calcio del 2032. Esprimo cauta fiducia su una possibile soluzione a medio termine”.
“Ho riscontrato la disponibilità del presidente Gravina e della Federazione – ha concluso il presidente della Regione – a esaminare con attenzione l’intera vicenda e mi auguro che la città di Palermo possa rientrare tra le prescelte”.
Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco Roberto Lagalla, il quale ha tirato in ballo anche il Governo nazionale: “Ho chiesto di incontrare il ministro per lo Sport Andrea Abodi e ringrazio il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani per la sua disponibilità ad assumere contatti con il presidente della Figc Gabriele Gravina, che io avevo personalmente sentito nei giorni scorsi. Sorprende e dispiace l’estemporanea decisione che esclude Palermo e la Sicilia da una manifestazione calcistica internazionale, penalizzando oltre 5 milioni di cittadini e concentrando prevalentemente l’evento nell’area centro-settentrionale del Paese”.
“La città di Palermo – ha aggiunto il primo cittadino – è certamente in ritardo rispetto al processo di ottimizzazione e potenziamento degli impianti sportivi, ma il dossier presentato offre sufficienti garanzie di adeguato rafforzamento delle necessarie infrastrutture nell’arco di quasi dieci anni intercorrente da qui all’avvio degli Europei. Questo solo argomento vale a fornire legittime perplessità sulle motivazioni della scelta, anche in considerazione delle circostanze che, nel passato, la città di Palermo si è sempre fatta trovare pronta in occasione di simili appuntamenti e che, a oggi, almeno cinque tra le sedi prescelte non offrono tutti i requisiti richiesti”.
“Ancora una volta – ha concluso Lagalla – deludono il comportamento e le dichiarazioni di alcuni consiglieri comunali che, invece di associarsi alla legittima protesta dei delusi tifosi siciliani, addebitano all’attuale Amministrazione comunale inesistenti responsabilità, anche in considerazione della oggettiva e indubitabile circostanza anche in evidente spregio della verità, avendo proprio loro fatto parte di una maggioranza che ha governato fino a dieci mesi fa, senza nulla realizzare e prevedere in materia di politica dello sport”.