Il Consiglio Europeo del 17 ottobre ha preso decisioni sui temi caldi dell’Unione. Tra le novità principali, c’è un rafforzamento del sostegno militare all’Ucraina, nuove misure per affrontare l’escalation di violenza in Medio Oriente, un focus sull’aumento della competitività economica europea e nuove proposte per gestire la migrazione a livello europeo.
L’Unione Europea ha confermato il proprio impegno a sostenere l’Ucraina, ribadendo la condanna dell’aggressione russa. È stato deciso di aumentare ulteriormente il supporto militare, con un invio più rapido di sistemi di difesa aerea e munizioni per aiutare il Paese a proteggere sia la popolazione che le infrastrutture critiche. Il Consiglio Europeo ha poi evidenziato la necessità di rafforzare l’industria della difesa ucraina per rendere lo stato più autonoma nel lungo periodo.Oltre al sostegno militare, i leader europei hanno ribadito l’importanza di continuare a fornire aiuti umanitari, economici e diplomatici, confermando che l’Unione sarà al fianco dell’Ucraina “per tutto il tempo necessario”. È stato anche condannato l’uso della violenza da parte della Russia sulle infrastrutture civili ucraine, come i porti, che sono essenziali per la sicurezza alimentare globale.
Nel giorno della morte del leader di Hamas, Yahya Sinwar, le tensioni in Medio Oriente sono state argomento del Consiglio Europeo. L’Europa resta preoccupata dall’escalation di violenza nella regione. Il Consiglio ha condannato nuovamente gli attacchi dell’Iran contro Israele e il sostegno di Teheran a gruppi come Hamas e Hezbollah, che continuano a destabilizzare la regione. Pur riconoscendo il diritto di Israele a difendersi, è stata fatta una forte richiesta di rispetto del diritto internazionale umanitario, in modo da evitare ulteriori vittime civili e garantire l’accesso agli aiuti umanitari per le popolazioni più vulnerabili, come quella della Palestina.
In un momento in cui molte economie europee sono sotto pressione, i leader dell’Unione hanno discusso a lungo, durante il Consiglio, sulla necessità di rafforzare la competitività industriale e innovativa all’interno della Comunità Europea. Sono stati citati i rapporti di Enrico Letta e Mario Draghi, che sottolineano l’urgenza di migliorare il mercato unico e promuovere l’innovazione tecnologica per far fronte alla concorrenza su scala mondiale. Il prossimo novembre a Budapest verrà avviata una discussione più approfondita su questi temi, allo scopo di adottare misure concrete per garantire una crescita economica più solida all’interno degli Stati membri.
Un tema centrale della riunione è stata la questione migratoria, che continua a mettere sotto pressione molti paesi europei. Il Consiglio ha discusso una nuova legge (regolamento) in fase di preparazione, che punta a dare una risposta coordinata a livello europeo. Il nuovo regolamento, che il Consiglio ha chiesto alla Commissione di presentare con urgenza, prevede un approccio più rigido per contrastare l’immigrazione irregolare, accelerare i rimpatri e rafforzare il controllo delle frontiere esterne. Uno dei punti centrali della nuova proposta è quello di aumentare la cooperazione con i paesi di origine e transito dei migranti, in modo da affrontare le cause profonde della migrazione. Questo, come in passato, include maggiori investimenti nei paesi di provenienza per creare opportunità economiche locali e ridurre così la pressione migratoria.
È stato sottolineato che anche la politica dei visti deve essere allineata per evitare lacune che potrebbero favorire i flussi migratori irregolari. La nuova proposta di legge europea per le migrazioni punta a migliorare i meccanismi di rimpatrio, introducendo un sistema più efficiente che utilizzi tutte le risorse dell’UE, comprese la diplomazia, lo sviluppo e i trattati commerciali, per garantire che i migranti irregolari siano rimpatriati più rapidamente. Il Consiglio ha riconosciuto che finora i rimpatri sono stati spesso troppo lenti e inefficaci, e che c’è bisogno di maggiore coordinazione tra gli Stati membri.
Un altro aspetto importante sarà il rafforzamento del controllo delle frontiere esterne, attraverso un maggiore impiego di tecnologie avanzate e una stretta collaborazione con l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex). Durante il Consiglio è stato evidenziato che la protezione delle frontiere è essenziale per garantire la sicurezza interna dell’Unione e per evitare abusi dei sistemi di asilo, in particolare, da parte di Paesi come Russia e Bielorussia, accusati di sfruttare la migrazione per destabilizzare l’Europa.
Oltre alla questione migratoria, il Consiglio ha affrontato la situazione politica in Moldavia e Georgia. È stata espressa solidarietà alla Moldavia, che attualmente è guidata dalla leader filo-europea, Dorin Recean, nel suo cammino verso l’adesione all’Unione Europea; mentre per la Georgia c’è preoccupazione per la direzione politica presa dal governo di Salomé Zourabichvili, che potrebbe mettere a rischio il processo di integrazione europea. I leader europei hanno invitato la Georgia a portare avanti le riforme democratiche necessarie.
Il Consiglio ha infine discusso delle crisi umanitarie in Sudan e Haiti, condannando la violenza contro i civili e chiedendo un aumento degli aiuti internazionali. In particolare, la situazione in Sudan è stata descritta come catastrofica, con migliaia di persone che necessitano di assistenza immediata. Anche per Haiti, colpita dalla violenza delle gang e dall’instabilità politica. Il Consiglio europeo ha chiesto un intervento internazionale più deciso.
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