Europarlamento approva la riforma sul diritto d’autore online

BRUXELLES – Con 384 voti a favore, 274 contrari e 36 astenuti è stata approvata dal Parlamento europeo in seduta plenaria a Strasburgo la controversa direttiva sul copyright online. Si tratta di un accordo raggiunto con il Consiglio Ue e che mira a sottoporre le grandi piattaforme di Internet (Youtube, Facebook, Google, etc., e in particolare gli aggregatori di notizie o i servizi di monitoraggio dei media), al pagamento dei diritti d’autore per i contenuti (video, musica e articoli giornalistici) diffusi e condivisi sulle loro piattaforme.

La direttiva sul copyright prevede che le piattaforme digitali negozino accordi di licenza con gli editori in modo da remunerare i creatori dei contenuti online. La direttiva, tuttavia, esclude chiaramente dal suo campo di applicazione i “collegamenti ipertestuali” agli articoli di notizie e “singole parole o estratti molto brevi” (ad esempio “frammenti”), nonché le enciclopedie online senza scopo di lucro, come Wikipedia, e le piattaforme di sviluppo e condivisione “open source”. Le nuove piattaforme online di Pmi beneficeranno di un regime più leggero nel caso in cui non ottengano un’autorizzazione dai titolari dei diritti.

Soddisfazione è stata espressa dal presidente della Fieg Andrea Riffeser Monti. “È l’affermazione di un principio – ha detto – a tutela dei valori democratici europei di una stampa libera e indipendente e a garanzia della centralità del suo ruolo nella società contemporanea”.
“Proteggere i prodotti editoriali significa rafforzare il valore delle imprese – prosegue Riffeser – “Tutelare le genialità di ciascuno, potenziare la capacità di innovare, sperimentare nuove forme di comunicazione. Oggi il Parlamento europeo ha dato un segnale chiaro di riconoscimento della informazione professionale come presidio di informazione affidabile e verificata, unico argine ai rischi di una deriva della diffusione delle fake news”.
Per l’adozione definitiva manca un ultimo passaggio meramente formale, ossia l’approvazione del testo in seconda lettura anche da parte del Consiglio dell’Ue.

R.P.