I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania, impegnati nel contrasto all’evasione
fiscale, hanno recentemente concluso nel territorio paternese una verifica fiscale nei confronti di una ditta
individuale sconosciuta al fisco, che ha permesso di constatare l’omessa dichiarazione di oltre 12.000.000 di euro che avrebbe consentito un’evasione alle imposte dirette per 4.500.000 di euro, all’I.V.A. per 1.500.000 euro e all’IRAP per 650.000 euro.
L’attività ispettiva svolta dai finanzieri della Compagnia di Paternò, per il periodo 2017-2023, ha riguardato un’impresa operante nel settore dei “call center”, dedita alla promozione e stipula di contratti energetici e telefonici per conto di aziende operanti sul territorio nazionale, risultata essere evasore totale. A seguito del riscontro di ripetute e gravi violazioni alla normativa tributaria, derivanti dall’esame degli aspetti contabili e gestionali dell’impresa, si è proceduto con un’accurata analisi delle movimentazioni bancarie acquisite per effetto di mirate indagini finanziarie che hanno riguardato:
n. 18 rapporti presso istituti bancari nazionali;
n. 2 conti corrente non nazionali, ottenute grazie alla collaborazione con organi collaterali esteri.
I rapporti bancari aventi sede in Lituania e Germania registravano oltre 22.000 operazioni bancarie non
suffragate da idonea documentazione.
Il monitoraggio dei flussi finanziari per la Guardia di Finanza rappresenta il metodo più efficace per individuare i capitali di origine illecita, prevenendo e contrastando forme di riciclaggio in grado di inquinare l’economia legale e di alterare le condizioni di concorrenza.
Per tali ragioni, il responsabile della ditta individuale – nell’attuale stato del procedimento in cui non si è ancora pienamente instaurato il contraddittorio con la parte – è stato denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania per infedele presentazione della dichiarazione annuale in violazione dell’art. 4 del D.lgs. n. 74/2000 e per l’omessa presentazione delle dichiarazioni annuale in violazione dell’art. 5 del D.lgs. n. 74/2000.
Inoltre, gli investigatori sarebbero risaliti all’acquisto in Lituania di criptovalute per circa € 1.000.000 di euro, per le quali il titolare della ditta avrebbe utilizzato parte dei proventi derivanti dall’evasione delle imposte. La condotta, penalmente rilevante, è stata segnalata dalle Fiamme Gialle alla competente Autorità Giudiziaria ai sensi dell’art. 648 ter 1 del Codice penale perché costituente fattispecie di autoriciclaggio.
A seguito degli elementi emersi è stato richiesto il sequestro per equivalente per oltre 7.000.000 di euro e
l’adozione di misure cautelari fiscali agli uffici finanziari competenti.
Proprio il ruolo di polizia economico-finanziara della Guardia di finanza e il contrasto all’evasione fiscale
permette di contribuire alle prospettive di ripresa e di rilancio dell’economia del Paese e favorire una più equa ripartizione del prelievo impositivo tra i cittadini.