Che sia un uomo tenace questo è fuori di dubbio. Basta leggere cosa ha fatto per cercare di salvare il marchio svedese Saab. L’imprenditore svedese a capo di Italvolt Lars Carlstrom intende partecipare al bando per presentare l’offerta per la fabbrica ex Fiat di Termini Imerese e impiantare nello stabilimento una Gigafactory, una fabbrica di batterie da destinare all’automotive e a tutti gli usi possibili.
Un secondo tentativo, in Italia, dopo quello in Piemonte.
“Credo che anche se non dovessimo aggiudicarci il bando del Ministero a settembre faremo comunque domanda per ottenere un’area di 30 o 40 ettari dove potere realizzare l’impianto”, ha spiegato nel corso della sua ultima visita in Sicilia dove ha incontrato alcuni rappresentanti delle amministrazioni locali e stakeholder per “creare un gruppo unito attorno all’idea del progetto”, dichiara Carlstrom.
Da Termini Imerese sono passati tanti imprenditori e in tanti hanno bussato alla porta delle amministrazioni per presentare progetti di rilancio finiti poi con un nulla di fatto. Dal momento della chiusura dello stabilimento (2011) è una storia che si è ripetuta. Adesso il bando del Ministero per l’assegnazione dell’area (in scadenza in 15 settembre) sembra dare una nuova speranza.
“Oggi”, spiega Carlstrom, “siamo di fronte a delle opportunità che non si erano mai viste prima e usciamo da un fenomeno mondiale come la pandemia che ha cambiato diverse prospettive e il ritorno della guerra in Europa. Ci sono dei fondi del Pnrr per la transizione energetica, sono fondi per investimenti che non possiamo fallire. E Termini Imerese è probabilmente il miglior posto in Europa oggi dove impiantare una Gigafactory”.
“In più ci sono gli incentivi delle Zes che lo rendono una occasione unica. È vicino al porto e anche a una centrale elettrica, inoltre nell’Isola si produrrà e arriverà dall’Africa tantissima energia che dovrà essere stoccata. Siamo vicini all’Africa e questo per noi è molto importante. L’immobile è in buono stato abbiamo fatto diversi sopralluoghi dentro e potrebbe in breve essere operativo. Nel giro di 18-20 mesi dall’aggiudicazione dell’area potremmo essere produttivi”
Carlstrom ha promesso che ritornerà presto in Sicilia, nel giro di un paio di settimane, il tempo necessario per adeguare il business plan allo stabilimento della Sicilia. Attualmente lavorano a questo obiettivo una cinquantina di persona e il gruppo si avvale di una società di consulenza tedesca.
“Credo che il progetto possa essere anche inferiore ai due miliardi, attorno a 1,5-1,8. Saremo pronti a raccogliere circa 300 milioni per settembre e non credo che il Governo italiano ci dia alcun conto se non saremo in grado di raccogliere davvero questa somma”, spiega. “Saremo capaci di dimostrare che abbiamo la capacità di raccogliere più di un miliardo tra prestiti e investitori. Ma non solo, anche se non fossimo capaci di portare a termine l’investimento ci saranno una serie di aziende che vorranno costruire batterie in quello stabilimento. Il rischio è zero. Anche se non riesce a produrre ci saranno un sacco di compagnie che vorranno insediarsi a Termini: non ci sono fabbriche di questo tipo in Europa”.