La scorsa settimana ha ripreso a tenere banco tra gli addetti ai lavori la questione relativa ai dipendenti del punto vendita Franzy’s dell’ex centro commerciale Auchan di Misterbianco (Catania), già sul piede di guerra dallo scorso mese di luglio, durante il quale minacciarono lo sciopero.
Le motivazioni dello stato di agitazione di allora riguardarono il mancato versamento dei contributi Inps e del fondo pensione da parte della Effepi srl, la società che ha gestito il punto vendita per 14 mesi e nel debito per dipendente che ammontava a circa 5mila euro. A ciò, ovviamente, si è aggiunta la mancata riscossione degli stipendi da parte dei lavoratori.
Il sindaco di Misterbianco, Marco Corsaro, negli ultimi giorni ha mostrato tutta la sua vicinanza ai lavoratori, ribadendo come la proprietà debba assumersi le proprie responsabilità dopo non aver preso parte alle convocazioni precedenti fatte dalle istituzioni.
Lo stesso primo cittadino ha dichiarato a QdS.it che “il Comune di Misterbianco ha saputo delle interlocuzioni tra sindacati e azienda e che quest’ultima già tre volte non si è presentata. Ho chiesto al Prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi, tramite l’invio di una Pec di organizzare un incontro al quale dovremmo essere presenti noi del Comune, i sindacati, l’azienda e lo stesso Prefetto. La Pec l’ho inviata nella giornata di venerdì e ancora attendo risposta”.
Intanto la deputata regionale del Movimento 5 Stelle, Jose Marano, ha incontrato una delegazione di lavoratori per mostrare loro la sua vicinanza. Da parte dei sindacati, però, lo stato di agitazione è confermato dallo sciopero che hanno indetto gli stessi lavoratori.
A confermarlo sono la segretaria della Fisascat Cisl di Catania, Rita Ponzio, e il componente della segreteria Michele Musumeci, che spiegano come l’incontro in Prefettura sia di primaria importanza per la salvaguardia del futuro dei lavoratori.
“Chiediamo la convocazione dal Prefetto per la procedura di licenziamento per 38 lavoratori e per quella di cassa integrazione in seguito. I lavoratori sono in una fase nella quale non ricevono alcuna retribuzione e l’azienda non sa cosa fare”, sottolineano Ponzio e Musumeci.
“La vertenza riguarda sette punti vendita in tutta Italia e riguardo ai fornitori si registrano problemi per i pagamenti a loro e per la merce, che di conseguenza è bloccata”.
“Il punto vendita è chiuso e quello che chiediamo sono gli ammortizzatori sociali per i lavoratori, che non ricevono lo stipendio da giugno. La situazione al momento resta immutata, anche se la disponibilità da parte dei sindacati rimane. La trattativa è sempre aperta ed è arrivata anche alle segreterie nazionali”, concludono.