PALERMO – La Regione ci riprova per l’ennesima volta. Anche per il 2023 messo a disposizione un milione di euro per i soggetti che appartengono al bacino “ex Pip Emergenza Palermo” che vogliano volontariamente dimettersi.
A coloro i quali decideranno di fuoriuscire dal bacino, sarà corrisposta una indennità pari ad un massimo di cinque anni dell’assegno di sostegno al reddito di cui già godono, da corrispondere interamente in un’unica soluzione. Tale beneficio sarà riconosciuto qualunque sia il numero di anni necessari a ottenere la pensione, ma sarà data priorità a chi si trova più vicino al raggiungimento di tale requisito. A parità di requisiti, verrà data priorità al più anziano di età anagrafica.
Per i soggetti che raggiungono il requisito di pensionabilità entro il quinquennio, l’indennità da corrispondere è rapportata al numero di anni rimanenti, per cui verranno presi in considerazione anche i mesi interi e le frazioni di mesi superiori a 15 giorni. Chi vuole presentare istanza, potrà farlo entro il prossimo 20 settembre, utilizzando i modelli forniti dalla stessa amministrazione regionale.
Ad oggi gli ex Pip sono circa 2.600, e ormai da anni la Regione cerca di “liberarsi” di questo personale, che doveva essere solo temporaneo e invece è rimasto ormai a tempo indeterminato. Il processo è stato avviato ormai da diversi anni, a partire dalla legge regionale del 7 maggio 2015, la numero 9, ed in particolare l’articolo 68 che regola le “misure per la fuoriuscita dei soggetti appartenenti al bacino Pip Emergenza Palermo”.
Successivamente, è stata emessa la direttiva assessoriale del 29 maggio 2015, pubblicata sul sito istituzionale del dipartimento regionale del Lavoro, e la legge regionale 31 dicembre 2016, numero 27 che, all’articolo 6, comma 2, dice che è possibile “la corresponsione di una indennità omnicomprensiva di importo corrispondente ad anni 5 dell’assegno di sostegno al reddito già in godimento, da corrispondere in rate annuali. Le misure di cui al presente comma sono riconosciute unicamente ai soggetti per i quali il numero di anni necessari al raggiungimento dei requisiti di pensionabilità non è inferiore a dieci”.
Presentata tale richiesta, sarà quindi effettuata la cancellazione del soggetto dall’elenco ad esaurimento e la fuoriuscita definitiva dal bacino “Pip Emergenza Palermo”. Dall’altra parte, facendo affidamento sull’articolo 25 della legge 16/2022, la norma che ha permesso di avviare il processo di stabilizzazione di questi lavoratori. La legge del 2022 ha permesso di risolvere la questione posta dalla sentenza della Corte Costituzionale numero 194 del 2020, che aveva cassato il precedente tentativo di stabilizzazione all’interno della società Resais. La scelta del governo regionale ha permesso di aggirare un problema non da poco: con il passaggio dall’elenco delle partecipate si elimina il problema dell’assunzione in un ente pubblico senza concorso, eliminando in tal modo tante limitazioni per moltissime persone, soprattutto perché questo personale, nella maggior parte dei casi, appartiene per titolo di studio alle categorie più basse. Gli ex Pip, infatti, fanno parte del progetto “Emergenza Palermo”, un bacino di oltre 3 mila lavoratori che costavano 36 milioni di euro l’anno alla Regione.
Si tratta di “soggetti svantaggiati” inseriti nell’elenco speciale ad esaurimento, con l’obiettivo di essere impiegati in attività di pubblica utilità. In pratica sono stati dipendenti precari presenti nell’amministrazione regionale per oltre due decenni, senza garanzie contrattuali ma arrivati lì senza alcuna prova di competenza o preparazione.