PALERMO – Il voto all’Ars sul rinvio delle elezioni nelle ex Province sancisce di fatto la debolezza della maggioranza che dovrebbe sostenere il governo Musumeci.
Un fronte trasversale infatti non ha permesso che si ponesse fine alla stagione dei commissari nelle ex province e di approdare ad una normalità per ora lontana. Una decisione politica presa anche alla luce della sentenza della Corte Costituzionale che ha cassato la legge Delrio, nella parte in cui per le città metropolitane, prevede l’automatica assunzione della carica di sindaco da parte del primo cittadino del comune Capoluogo. Il timore è che qualsiasi decisione possa essere sottoposta a dubbio di costituzionalità. Dopo il voto arrivano le polemiche, con le opposizioni che si scatenano.
“Musumeci sempre più solo – commenta il Movimento Cinquestelle all’Ars – plastica immagine di un governo ormai allo sbando. Musumeci – afferma il capogruppo Giovanni Di Caro – ha continuato a rinviare per quattro anni le elezioni ? e adesso tenta di far passare la narrazione secondo la quale avrebbe voluto far votare i liberi Consorzi. Dai capigruppo si è capito che la linea del governo è totalmente divergente dalla maggioranza”.
Di colpo alla democrazia parla Totò Cuffaro, commissario regionale della nuova DC che chiede il ritorno alle elezioni di primo grado per chiedere ai siciliani di scegliere da chi essere governati.
Si è astenuta dal voto Diventerà Bellissima: “La norma sulle ex Province – ha detto il capogruppo Alessandro Aricò – approvata all’Ars è insensata e penalizzerà ancora di più la gestione del territorio. Dopo avere detto e fatto di tutto per l’abolizione delle Province, ora Pd e M5S a distanza di ben otto anni finalmente ammettono l’errore. La loro demagogia ha prodotto solo danni, poiché le ex Province sono state svuotate delle funzioni e i cittadini privati della possibilità di eleggere direttamente i propri rappresentanti”.
Commento favorevole al rinvio quella della deputata regionale della Lega, Marianna Caronia: “La sentenza della Corte costituzionale su questi enti locali ha di fatto rimesso nelle mani della politica la possibilità di fare scelte importanti invece di correre ad un voto frettoloso e azzoppato a gennaio – ha dichiarato intervenendo in Aula – Mi farò promotrice di una legge che si basi su tre punti cardine: elezione da parte dei cittadini sia del Presidente della provincia sia del Consiglio, riduzione del numero dei consiglieri rispetto al passato e, soprattutto, introduzione della doppia preferenza di genere, in modo che anche in questi organi si possa lavorare con l’obiettivo della parità di rappresentanza per entrambi i generi”.