PALERMO – La Sicilia è la seconda regione esportatrice del Mezzogiorno, decima su scala nazionale, grazie alla performance particolarmente positiva realizzata nel 2018 (+15,3%) e trainata sia dai settori tradizionali del Made in Sicily, come i prodotti agricoli (cresciuti del 10,9%) e i prodotti raffinati, sia dai settori tecnologici quali chimica e apparecchi elettronici (cresciuti rispettivamente del +14,4% e del 24,2%).
I primi quattro mercati per l’export regionale nel 2018 sono stati Turchia, Stati Uniti, Francia e Paesi Bassi. “Export Karma”, l’ultimo Rapporto Export a cura del Polo Sace Simest delinea, nonostante la presenza di diverse complessità, un quadro positivo per l’export italiano e delle sue regioni.
Sace Simest ha individuato infatti, per ciascuno dei settori traino dell’export regionale, diversi mercati emergenti che offriranno nei prossimi anni ottime opportunità alle imprese siciliane: per l’export degli apparecchi elettronici buone potenzialità sono offerte da Filippine e Cina (entrambi hanno registrato importanti tassi di crescita). I due Paesi rientrano tra le venti geografie più promettenti identificate nel Rapporto Export di Sace Simest, per le quali si attende una crescita rispettivamente del 6,9% e del 7,6% nel periodo 2020-2022.
Per il settore dei prodotti chimici, mercati interessanti sono Indonesia e Cina: quest’ultima rappresenta uno dei mercati più appetibili per l’export nostrano su scala sia regionale sia nazionale, grazie ad un’economia sempre più orientata allo sviluppo dei consumi. Il Paese asiatico, la Corea del Sud e l’India rappresentano il 50% dell’export italiano nell’area.
Relativamente ai settori più tradizionali del Made in Sicily, per alimentari e bevande le destinazioni più interessanti sono Polonia e Brasile. Per gli apparecchi elettronici, invece, le aziende dovranno guardare principalmente ai Mercati asiatici, Filippine e Cina su tutti.
Un trend positivo che si è confermato anche nei primi mesi del 2019, con ottime performance in comparti quali l’elettronica e la farmaceutica e nonostante il calo fisiologico delle vendite nei raffinati per la chiusura programmata dello stabilimento di Augusta, in manutenzione, che ha trainato il calo delle vendite complessivo del 17,5% nel primo trimestre dell’anno.
La Sicilia, al secondo posto tra le regioni esportatrici del Mezzogiorno, continua dunque a dimostrare buon dinamismo in termini esportativi, grazie alle aziende regionali che si affacciano sui mercati globali. Tra queste, nel solo 2018 più di 400 imprese siciliane hanno usufruito dei prodotti assicurativi e finanziari messi a disposizione da Sace Simest.
Il Polo dell’export e dell’internazionalizzazione del Gruppo Cdp, che lo scorso anno ha mobilitato quasi 50 milioni di euro a sostegno delle esportazioni regionali, è presente in Sicilia presso l’Ufficio del Gruppo Cdp di Palermo, che agisce da unico punto di contatto con gli esperti di Cdp e di Sace Simest per offrire approfondimenti sui prodotti assicurativi e finanziari, la gestione online dei finanziamenti e le nuove iniziative del Gruppo nella regione.
Continuando su questa strada, l’export regionale avrà tutte le carte in regola per confermare le buone performance degli anni passati, penetrando stabilmente nei mercati a più alto potenziale per il Made in Sicily.