ISPICA (RG) – Predisporre il fascicolo del fabbricato per diversi edifici. È questa la proposta che arriva dal consigliere comunale Paolo Monaca.
L’emendamento è stato presentato contestualmente all’adozione del nuovo regolamento edilizio di Ispica in seno al Consiglio comunale e riguarda l’estensione del fascicolo, così come previsto dalle norme regionali, anche agli edifici comunali e non solo agli immobili privati.
L’emendamento di Paolo Monaca, consigliere comunale che rappresenta il movimento di Cateno De Luca, è stato esitato favorevolmente dai consiglieri di maggioranza, mentre l’opposizione si è astenuta.
“Ritengo che gli edifici pubblici come gli uffici comunali, le scuole, gli impianti sportivi, biblioteca, ex Mercato ed ex chiese – ha sottolineato Monaca – devono avere un fascicolo del fabbricato obbligatorio, una carta di identità dell’immobile pubblico che ne consenta di conoscere le origini, la natura degli interventi fatti negli anni e le eventuali modifiche migliorative che si vorranno apportare alle strutture. Pertanto, ringrazio l’Amministrazione comunale e i consiglieri di maggioranza per aver condiviso questa utile iniziativa e auspico che l’Amministrazione comunale inizi a pianificare i primi interventi”.
All’argomento del fascicolo del fabbricato, è stato associato anche quello del cambio destinazione d’uso. È stata la maggioranza a presentare un secondo emendamento, votato favorevolmente anche dal consigliere Paolo Monaca, che riguarda un articolo del regolamento edilizio che contempla il cambio di destinazione d’uso per i piani ammezzati in edifici costruiti tra gli anni Sessanta e gli anni Novanta.
“Palazzi – ha evidenziato ancora il consigliere comunale Paolo Monaca – esistenti un po’ a macchia di leopardo come, per esempio, tra la piazza Unità d’Italia, corso Umberto, via Rapisardi, via Ugo Foscolo, via Ruggero Settimo e via Matteotti, dove prima insistevano uffici e segreterie che adesso non ci sono più. Considerato, per l’appunto, che il centro si sta svuotando, l’emendamento prevede che chi, ad esempio, voglia investire per adibire questi ambienti per attività diverse, adesso può farlo superando le restrizioni esistenti, a patto che non ci sia l’utilizzo abitativo o per strutture ricettive”.
“Insomma, con il rispetto di alcuni vincoli di metratura – ha aggiunto ancora – si può prevedere una differente destinazione d’uso che consentirà di bypassare il problema esistente con l’auspicio di fare in modo che questi piani ammezzati possano riaprire e ospitando di nuovo delle attività così come accadeva un tempo”.