Agricoltura

Fase 2, Coldiretti, schizza in alto il prezzo della frutta

Addio a un frutto su tre con il crollo del raccolto estivo in Italia, dalle albicocche alle ciliegie, dalle pesche alle nettarine, che è destinato ad avere effetti sui prezzi al consumo.

È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base delle previsioni sul raccolto di frutta in tutta Europa di Europech per il 2020.

A livello nazionale si stima una produzione di pesche e nettarine ridotta del 28% per un raccolto di quasi 820mila tonnellate che colloca l’Italia in Europa dopo la Spagna mentre il Belpaese – sottolinea la Coldiretti – resta primo produttore di albicocche con 136mila tonnellate, un quantitativo che è però più che dimezzato rispetto allo scorso anno (-56%).

“Una situazione drammatica nelle campagne – dice Coldiretti – destinata ad avere ulteriori e pesanti effetti anche sull’andamento dei prezzi per i consumatori” che hanno fatto già registrare sugli scaffali incrementi che vanno dal +8,4% per la frutta al +5% per la verdura ad aprile secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat.

“E a peggiorare la situazione è – continua la Coldiretti – la previsione complessiva per la produzione di frutta nell’intero vecchio continente con una contrazione europea del raccolto del 37% per le albicocche e del 19% per pesche e nettarine rispetto al 2019”.

A pesare non solo la situazione climatica avversa ma anche le preoccupazioni per la carenza di lavoratori per le raccolte.

“Per gli agricoltori italiani – sottolinea infatti la Coldiretti – al danno si aggiunge la beffa di essere costretti a lasciare i già scarsi raccolti nei campi per la mancanza di manodopera a seguito della pandemia Covid 19 che ha portato alla chiusura delle frontiere ai lavoratori stranieri”.

“Per questo si attende l’annunciata apertura dei confini il tre giugno ma serve anche subito – conclude Coldiretti – una radicale semplificazione del voucher ‘agricolo’ che possa ridurre la burocrazia e consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui scuole, università e molte attività economiche sono rallentate e tanti lavoratori sono in cassa integrazione”.