Politica

Fase 2, Zingaretti “Pd al lavoro per un piano per l’infanzia”

ROMA – “Le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi sono stati i primi a subire le conseguenze del Coronavirus, con la chiusura delle scuole e la brusca interruzione dei loro normali percorsi di crescita e formazione. Con il nuovo decreto del Presidente del Consiglio, il Governo ha indicato le prime regole e le prime scadenze per la ‘fase 2’. Ora è necessario che questo percorso si arricchisca con un ‘Piano Infanzia’, un pacchetto di misure specifiche pensato sui bisogni dei più piccoli. Il Pd ci sta lavorando, ed è pronto a dare il proprio contributo: perché si riparta davvero, è fondamentale affrontare la grande questione di come riportare bambini e ragazzi a una vita il più possibile normale, già prima della riapertura delle scuole prevista per settembre”. Lo scrive su Facebook il segretario del Pd Nicola Zingaretti.

“Il distanziamento sociale ha sconvolto abitudini e portato cambiamenti nella nostra vita quotidiana. Un’esperienza traumatica, in cui ancora siamo immersi che dovrà continuare e che ha coinvolto tutte e tutti. Le bambine e i bambini hanno dovuto rinunciare – spiega Zingaretti – alle passeggiate, alla scuola, alle attività sportive e ricreative. Hanno dovuto fare a meno di quel fondamentale momento di crescita individuale e sociale che è il gioco insieme ai loro coetanei. È stato, ed è, un grande e necessario sacrificio. Che si è abbattuto sulle loro vite, purtroppo anche acuendo le diseguaglianze: sappiamo che il 42 per cento dei minori vive in case troppo piccole; il 7 per cento è vittima di disagio abitativo, un bambino su tre non possiede un pc e quindi non ha possibilità di accedere alla didattica a distanza”.

“A maggio con cautela, ponendo sempre grande attenzione alla tutela della salute di ciascuno e della collettività, riapriranno alcuni luoghi di lavoro. Questo significa ripensare orari, trasporti, tempi di vita – afferma il segretario Pd – Come la ripartenza coinvolgerà i più piccoli è una questione che riguarda noi tutti. (…) È necessario pensare a un nuovo modo di organizzare i servizi educativi, ludici, sportivi in un’ottica di protocolli sanitari e gestionali con strategie condivise dai diversi attori coinvolti. È necessario il protagonismo delle realtà associative del settore, per definire piani di intervento articolati e vincolare risorse certe. Sarà utile costituire gruppi di intervento locali (a livello di Comuni associati o di ambito) che mettano insieme servizi sociali, sanitari, scuola, autorità giudiziarie e terzo settore, capaci di coprogettare interventi a favore dei minori vulnerabili. Bisognerà rafforzare i servizi di assistenza psicologica per chi, in un’età difficile come quella dell’adolescenza, ha vissuto un trauma profondo. Senza sciogliere il nodo fondamentale della vita dei bambini e dei ragazzi, non si può parlare davvero ripartenza. Immaginare nuove forma di socialità, guardare in modo nuovo ai nostri spazi comuni, parchi, cortili, giardini. Sperimentare l’outdoor education, laboratori a piccoli gruppi, l’assistenza educativa domiciliare per i minori con disabilità. Sostenere i Comuni in questo sforzo. Si dice nulla sarà come prima. È vero, ma dobbiamo scommettere sull’obiettivo che il mondo dopo il Coronavirus sia migliore di quello di prima. E questo significa – conclude Zingaretti – anche saper investire sul nostro futuro, sulle bambine e i bambini, e ragazze e i ragazzi di oggi, che faranno l’Italia di domani”.

Studio effetti lockdown su bimbi problemi neuropsichiatrici
Irccs Stella Maris avvia indagine su centinaia di famiglie

L’Irccs Fondazione Stella Maris di Calambrone (Pisa) ha avviato uno studio, che coinvolgerà centinaia di famiglie, per valutare l’impatto che l’emergenza Covid-19 ha avuto sui bambini e sugli adolescenti con problematiche neuropsichiatriche, sia sul piano psicologico che sulla possibilità di proseguire almeno in parte le cure. Si tratta, spiega l’istituto, del “primo studio rilevante per ampiezza, profondità e specificità che si realizza nel nostro Paese per indagare gli effetti del lockdown su questa parte debole della società”. Per condurlo, l’istituto chiede “la massima adesione” da parte di “tutte le famiglie italiane con bambini e ragazzi con disturbi neuropsichiatrici”. Lo studio fa parte dell’inchiesta Eacd COvid-19 Survey-Families, promossa in questi giorni in più di 30 paesi dalla European Academy of Childhood Disability, per comprendere l’impatto a breve e lungo termine del lockdown sui bambini e sui loro familiari “rispetto alle loro condizioni di salute fisica, mentale, al loro stato finanziario, alle condizioni generali di vita ed alle possibilità di accesso all’istruzione ed a trattamenti e/o servizi, alla disponibilità di determinati tipi di trattamenti/servizi ed alla qualità dei trattamenti/servizi attualmente forniti”. “Le informazioni, le opinioni e le proposte che le mamme e i papà forniranno – viene precisato dall’istituto – saranno preziosissime per conoscere e dare evidenza alla loro situazione, con la fondata speranza che possano tradursi in proposte concrete per migliorare i servizi resi ai bambini e alle loro famiglie”.