Difficoltà economiche e forte apprensione (per le possibili conseguenze anche di ordine sanitario), nell’adempiere al versamento per il prossimo 16 giugno.
La Consulta nazionale dei Caf ha raccolto nelle ultime settimane lo smarrimento e il disagio di una larga platea di contribuenti, che lamentano difficoltà economiche e forte apprensione (per le possibili conseguenze anche di ordine sanitario), nell’adempiere al versamento della prima rata Imu per il 2020, la cui scadenza è prevista per il prossimo 16 giugno.
A questo proposito, già lo scorso 25 maggio la Consulta ha inviato al ministro dell’Economia e delle finanze Roberto Gualtieri e all’Anci, l’Associazione dei comuni italiani una lettera in cui, nel rappresentare questa problematicità generalizzata, invitava a valutarela possibilità di sospendere la scadenza di giugno e a prevedere, per il 2020, un unico versamento entro il prossimo 16 dicembre.
“Purtroppo – dichiarano Massimo Bagnoli e Mauro Soldini, coordinatori della Consulta nazionale dei Caf – le nostre richieste non hanno trovato attenzione, anzi, con la risoluzione del dipartimento Finanze di soli due giorni fa viene affermato che è di competenza dei Comuni la gestione delle proprie entrate tributarie e quindi la disciplina delle modalità di riscossione, ivi comprese quelle relative al differimento dei termini di versamento. Tale differimento deve essere dunque deliberato dal consiglio comunale e, soprattutto, non può riguardare la quota Imu di competenza statale relativa agli immobili a destinazione produttiva”.