Sanità

Fase 3, Galli “Se troppe, regole diventano irrealizzabili”

ROMA – Per far rispettare le regole messe in atto contro l’epidemia è necessario che queste siano poche e semplici da applicare. È il pensiero in sintesi di Massimo Galli direttore del dipartimento di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano. “In molte situazioni, per troppa chiarezza manca chiarezza, per troppa definizione delle regole si da un durissimo colpo alla loro realizzabilità e il risultato è che diventa difficilissimo il rispetto di tutte le norme, così come sono previste”. Per Galli “valgono più le valutazioni sulla salute delle persone che i plexiglass o i distanziamenti fatti con regole talvolta inapplicabili, che rendono difficile la vita delle persone”.

Intervistato sulla rete nazionale Galli ha fatto l’esempio delle riaperture dei centri anziani. “La limitazione nel gioco della carte mi fa ridere: basta mettere un tavolo più largo persone più distanziate e con la mascherina”, ha detto l’infettivologo. “Piuttosto che cento limitazioni per l’apertura è utile capire se chi arriva in un centro sia tendenzialmente sano. In questo senso una scrematura importante di portatori dell’infezione potrebbe esser fatta”, valutando gli anziani dal punto di vista degli anticorpi. Peraltro i tempi per un vaccino contro il Coronavirus sono ancora lontani e quindi bisogna continuare a cercare di contenere l’epidemia con responsabilità. Se la precauzione e il distanziamento sociale sono importanti, altrettanto pressante è la necessità di far ripartire l’economia del Paese. È quanto spiega il sindaco di Pesaro e presidente di Ali-Autonomie Locali Italiane Matteo Ricci.

“Se la prudenza è ancora d’obbligo in campo sanitario, dal punto di vista socioeconomico, le misure messe in campo negli ultimi mesi sono misure importanti, così come è importate il cambio passo dell’Europa, che forse è andato anche al di là delle aspettative di molti commentatori. Il punto vero adesso – ha insistito Ricci – è la velocità, perché se queste risorse non arrivano velocemente nelle tasche di lavoratori, imprese, famiglie rischiamo di arrivare fuori tempo massimo e di non creare le condizioni per una ripresa”.

Intanto, sono oltre 3mila i download dell’app “SiciliaSiCura” registrati dalla Regione siciliana in appena 48 ore dal lancio dell’applicazione che rientra all’interno del protocollo sicurezza, definito grazie al supporto dell’ex capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, e disciplinato con una ordinanza emessa dal governatore Nello Musumeci due giorni fa. L’app digitale riguarda l’assistenza sanitaria riservata quanti arriveranno nell’isola, non essendo né residenti o domiciliati. Il provvedimento si rivolge anche ai titolari delle società di gestione dei trasporti e di qualsiasi struttura ricettiva (anche a carattere extralberghiero) chiamati a promuovere il sistema di registrazione sul sito siciliasicura.com.

Il call center 800.458787 è coordinato dalla Protezione civile mentre saranno le Uscat (Unità sanitaria di continuità assistenziale turistica) a occuparsi del monitoraggio, presa in carico e assistenza degli eventuali casi sospetti da Covid-19 fra i non residenti o domiciliati nell’isola. Infine un’azienda di Ragusa ha messo a punto una Drop Mask, una mascherina dall’uso illimitato. Il dispositivo, prodotto dalla Cappello Group è realizzata in elastomero termoplastico, e funziona con la sostituzione quotidiana del filtro certificato in triplo strato, idrorepellente e quindi adatto anche in spiaggia. La struttura consente l’applicazione della visiera a protezione del viso, moltiplicandone così gli usi possibili. L’azienda ha avviato l’iter di legge per donare i primi pezzi già prodotti a ospedali, Protezione civile, soccorritori e forze dell’ordine della Sicilia.