Intervista

Fattori, Polizia di Stato: “Guardia alta contro la criminalità, cittadini denuncino con l’app YouPol”

CATANIA – Insediato da pochissimo, nemmeno un mese, in occasione dell’incontro con la stampa ha ribadito la volontà di continuare “sulla strada fatta fino a questo momento. Qui abbiamo una struttura coesa che riesce a esprimere un livello eccellente”. Emanuele Fattori, nuovo dirigente della Squadra Mobile della Polizia di Catania, sta iniziando a conoscere la città etnea, tra le realtà più vivaci e per questo anche problematiche del Sud.

Dottore, lei è arrivato da meno di un mese, poco per poter conoscere questa città. Però un’impressione Catania la lascia immediatamente. Ecco, qual è la sua impressione?
“Questa è una città dove, sicuramente, non bisogna mai abbassare la guardia. Ci sono problematiche evidenti, ma di certo non insanabili. È certamente frizzante sotto il profilo criminale, sia relativamente alla criminalità organizzata, sia a quella comune. Il nostro lavoro è contrastare l’una e l’altra”.

Come?
“La strategia è sempre quella: fare le indagini di ampio respiro e di lungo periodo, affiancate anche a interventi sul territorio che diano anche un segnale di presenza costante delle forze dell’ordine, per rispondere anche a quei fenomeni di microcriminalità che creano una forte percezione di insicurezza. Il rapporto con la cittadinanza si costruisce quotidianamente, non solo con le maxi operazioni che vengono fatte periodicamente, e che eradicano strutture criminali di ampio respiro”.

In relazione alla microcriminalità, tra le cose che compromettono maggiormente i rapporti di fiducia nella propria comunità e tra cittadinanza e forze dell’ordine, ci sono i reati contro i beni, le automobili ad esempio, o i furti in appartamento. Come si contrastano questi fenomeni?
“Questi fenomeni si contrastano, da un lato, implementando il controllo del territorio, dall’altro lato, con attività investigative, sia di breve che di lungo periodo. La presenza quotidiana dei Falchi sul territorio ha certamente un impatto in termini di deterrenza e di risposte immediata. Le pattuglie in abiti civili presenti in strada danno al cittadino una percezione di efficienza e di efficacia. Nello stesso tempo, imbastiamo attività di lungo periodo che vanno a colpire i fenomeni criminali che stanno a monte, che gestiscono da remoto alcune di queste attività criminali o, comunque, che ne traggono beneficio”.

Le forme di controllo della criminalità organizzata riguardano anche questi piccoli reati se così possiamo dire?
“ Sicuramente, ci sono delle forme di controllo, ma non sono così capillari. C’è pure una grossa problematica di uso di sostanze stupefacenti che alimentano fenomeni di microcriminalità riconducibili alle dipendenze. Molto spesso, ciò che dà molto fastidio alla cittadinanza e che incide molto sulla percezione di sicurezza, come il vetro della macchina infranto per rovistare all’interno, è appannaggio di soggetti che non rivestono posizioni all’interno del mondo criminale. Più che altro si tratta di soggetti ai margini della società o di tossicodipendenti. È vero anche che le organizzazioni criminali si avvalgono di manovalanza tratta da queste sacche di sacche di povertà, dipendenza e marginalità, ma spesso sono soggetti che si alimentano con piccoli reati e furti”.

C’è comunque una componente di criminalità giovanile che sembra in crescita.
“Ci troviamo davanti a dei soggetti giovani che hanno fatto un’evoluzione troppo dinamica che sfugge anche alla criminalità organizzata. Questo è un allarme da porre sotto la massima attenzione. Esistono i fenomeni classici, dagli stupefacenti alle rapine ai reati informatici, ma emerge questa tendenza alla devianza giovanile che cerca di emulare determinati fenomeni, che possono arrivare a fatti di natura cruenta”.

C’è a Catania un allarme sicurezza?
“ Non c’è un allarme sicurezza. Catania è una città complessa con delle problematiche sociali evidenti, ma che nulla ha di insicurezza in senso assoluto. Una città in cui si può e si deve lavorare costantemente”.

Cosa può fare la cittadinanza per sostenere il vostro lavoro?
“Come sottolineavo nell’incontro con la stampa, un veicolo importante è stata l’applicazione YouPol che permette, in forma anonima, di segnalare situazioni che vanno dal piccolo reato, allo spaccio, o altro genere di fenomeni fastidiosi su cui noi, ovviamente effettuata un’analisi, interveniamo in vari modi. Vorrei sottolineare che la risposta può anche non essere immediata, anche perché dietro alcune attività ci possono essere indagini strutturate che non possono essere in qualche modo compromesse. Indagini di ampio respiro che permettono una risposta adeguata e duratura nel tempo”.

Che consiglio possiamo dare ai cittadini, anche per non incorrere in determinate situazioni potenzialmente pericolose?
“Occorre avere un atteggiamento prudente, in particolar modo quando ci si reca in zone particolarmente conosciute perché ad alta densità criminale, con la consapevolezza di essere in questa realtà urbana”.