Oggi, la formazione continua dei giovani ingegneri è fondamentale, lei che idea si è fatta sull’argomento?
“La formazione è ben condotta, anche se ogni ingegnere sceglie quella più congeniale. Tuttavia, su questo tema provo una grande tristezza, perché gli ingegneri non hanno lavoro e l’unico campo rimasto è la loro formazione. È fondamentale perché la tecnologia va avanti, come l’informatica e le costruzioni, e l’aggiornamento deve essere costante, altrimenti si resta tagliati fuori dal mercato. Un tempo, però, l’Ordine si occupava della vidimazione delle parcelle con una Commissione che quasi non si prendeva pause, indice che l’economia era florida”.
Il ruolo della Consulta è di tipo politico rispetto a quello tenuto dall’Ordine provinciale. Quali sono, secondo lei, i tre punti cardine su cui intervenire per sbloccare lo stallo attuale?
“Il compito della Consulta degli Ingegneri è di interfacciare il professionista con le Istituzioni, partecipando ai tavoli tecnici. Il primo obiettivo è la stipula di un protocollo d’intesa tra la Regione Sicilia e la Consulta, analogamente a quanto accaduto in Lombardia e nel Lazio, che non resti sulla carta. Questo protocollo servirebbe ad affermare il ruolo della Consulta in tutti i tavoli tecnici che interessino gli ambiti dove sia coinvolto l’ingegnere. Il secondo aspetto riguarda l’assessorato alle Attività produttive, poiché, secondo la Legge di stabilità 2016, i fondi europei che rientrano nella programmazione 2014/2020 possono essere destinati ai professionisti con partita Iva, che diventano una piccola e media impresa. Se la Consulta riuscisse a stornare questi fondi, gestiti dall’assessorato alle Attività produttive, si potrebbe destinarli alla realizzazione di progetti utili alla Regione. I Comuni, per esempio, non possono pagare i professionisti, quindi non possono progettare e non possono ottenere fondi per lo sviluppo. Ci vorrà tempo, ma è un nostro obiettivo primario. L’altro aspetto concerne i tavoli tecnici cui, in realtà, già la Consulta partecipa, ma con risultati maggiori. Un esempio è la riunione sulla riqualificazione sismica del territorio siciliano insieme a tutti gli altri Enti coinvolti. Un tema vastissimo. Ogni Ente doveva presentare una propria valutazione entro 15 giorni per costituire la base per una nuova classificazione antisismica al posto di quella del 2003. La nostra Consulta si è riunita e ha prodotto un documento in tempi rapidi”.
La Legge antisismica, al pari dell’emergenza infrastrutturale, permetterebbe il recupero e l’impiego di un gran numero di fondi. A questo proposito, può parlarci del vostro piano per il Sud?
“Nel settembre 2018, il Cni, il Consiglio nazionale Ingegneri, ha iniziato un’interlocuzione con il ministro per il Sud, Barbara Lezzi, con lo scopo di produrre un documento da parte di tutti gli Ordini e le Consulte. Quella siciliana ha prodotto il suo documento, dove si evidenziano criticità e si avanzano proposte dettagliate come il potenziamento della rete autostradale e ferroviaria, degli aeroporti di Birgi e Comiso, di alcuni porti turistici e la realizzazione di un polo congressi da mille persone. Il decreto sbocca-cantieri prevede la figura del commissario straordinario in Sicilia per occuparsi della messa in sicurezza e ammodernamento della rete stradale siciliana che può aiutare la nostra economia”.
Siete favorevoli alla realizzazione del Ponte sullo Stretto?
“Il Ponte sullo Stretto è un progetto futuribile ma fattibile con le moderne tecnologie. Il ponte di Akashi, in Giappone, è stato inaugurato nel 1998: si tratta di un ponte di 4 km con un’unica campata sospesa di 2 km che, ancora in fase di realizzazione, ha resistito al terremoto del 1995. La distanza tra i due punti più vicini dello Stretto di Messina e di 3 km ma la tecnologia è andata molto avanti. L’idea è realizzabile già nel 1968 sono stati presentati dei progetti in un concorso internazionale dove vinsero le prime sei proposte progettuali, tra cui quella di un ponte sospeso. Nel 2011 erano iniziati i primi lavori per il cantiere del progetto Eurolink già approvato, ma poi quest’ultimo è naufragato nel 2013. Personalmente, sono assolutamente favorevole, ma ancora la Consulta non ha affrontato l’argomento nella sua agenda”.
Com’è il dialogo con la Regione siciliana? Avete già avuto modo di confrontarvi?
“Quand’ero consigliere, decidemmo assieme ai miei colleghi, durate una riunione a Ragusa, di sottoporre al Tar l’Avviso 20, che era nato per i tirocini obbligatori degli avvocati e commercialisti, ma mal si adattava alla nostra categoria che non prevede il tirocinio. Per questo motivo lo avevamo impugnato. I 15 milioni previsti erano accessibili ai giovani ingegneri, ma non potevano abilitarsi né iscriversi all’albo durate i 12 mesi del medesimo tirocinio. Dopo le nostre osservazioni, il 30 luglio l’Avviso 20 è stato modificato, consentendo ai giovani ingegneri di potersi abilitare durate il tirocinio. Ciò dimostra la forza politica della Consulta. Oggi, la Giunta Musumeci è certamente disponibile al dialogo così come lo siamo noi”.
Che cos’è il Sisma bonus?
“Il Sisma bonus nasce dall’idea di incentivare i lavori di adeguamento antisismico delle abitazioni, prima e seconda casa, degli immobili adibiti ad attività produttiva e delle parti comuni dei condomini. Il cittadino, poi, ha la possibilità di poter usufruire di agevolazioni fiscali dopo i lavori, perché si hanno degli sconti sulla quota Irpef sulla base della riduzione delle classi di rischio. Inoltre, è prevista anche la cessione del credito all’impresa edile che realizza i lavori. Tuttavia, la criticità sta nel fatto che il cittadino deve anticipare di tasca sua i fondi per la ristrutturazione per dei lavori che sono molto invasivi e che limitano la mobilità interna degli abitanti dell’edificio fino ad annullarla del tutto. Il rinforzo dei pilastri, per esempio, costa parecchio sia per l’acquisto dei materiali sia per la manodopera. La prevenzione sismica, in realtà, potrebbe funzionare se non prevedesse un anticipo della spesa come avviene con la prevenzione medica. In questo caso, il cittadino sarebbe senz’altro incoraggiato a procedere all’adeguamento sismico dell’immobile di sua proprietà. Non a caso, le opinioni tra i colleghi ingegneri sono contrastanti”.
Come si pongono gli ingegneri con l’Art bonus? Avete presentato o collaborato a progetti per la ristrutturazione di beni culturali?
“Quest’argomento era molto seguito dal mio predecessore Giuseppe Margiotta. Come Consulta, si può affermare che il progetto non sarà abbandonato, ma attenzionato e portato avanti”.
Quali sono i vostri punti del vostro programma?
“I punti fondamentali della nostra agenda sono: avviare un’interlocuzione fattiva con la Regione giungendo magari a sottoscrivere un Protocollo d’intesa, il potenziamento della comunicazione, compresi i social network, e una particolare attenzione al ddl presentato a giugno sulla riforma urbanistica, per cui intendiamo nominare un gruppo di lavoro di esperti in materia che possa occuparsi del tema in questione”.