Il 31 gennaio 2023 nella prima serata di Rai Uno arriva “Fernanda”, il film omaggio a Fernanda Wittgens.
Diretto da Maurizio Zaccaro, scritto da quest’ultimo con Dario Carraturo e Guglielmo Finazzer e coprodotto da Rai Fiction-Red Film, “Fernanda” è il primo film da protagonista di Matilde Gioli. Accanto a lei, anche gli attori Eduardo Valdarnini, Maurizio Marchetti, Valeria Cavalli, Francesca Beggio e Lavinia Guglielman.
Fernanda Wittgens è stata la prima direttrice della Pinacoteca di Brera. La sua è una storia intrisa di rispetto e valorizzazione della bellezza, di resistenza e sacrificio per l’arte e per le vite altrui.
Il film è un’ottima occasione per parlare del ruolo che questa donna ha avuto non solo per la salvaguardia dell’arte, ma anche per la salvezza di tanti ebrei che ha aiutato a scappare. È una scelta ben precisa mandarlo in onda a pochi giorni dalla Giornata della Memoria che ricorre ogni 27 gennaio.
“Perché oltre alla vicenda personale di questa coraggiosa donna, autentico esempio di giustizia – e questi due tratti fanno di lei un modello da seguire – il film può diventare un’occasione per raccontare come l’arte e la bellezza siano le uniche armi possibili contro guerre insensate, orribili stragi e devastazioni. “L’arte è una della più alte forme di difesa dell’umano” diceva Fernanda. Esistono fra le pieghe della nostra storia eventi nascosti che per il loro straordinario impatto umano muovono ancora grandi emozioni” ha spiegato il regista sulla realizzazione del film.
Fernanda Wittgens è nata il 3 aprile 1903 e, sin da bambina, ha mostrato interesse per l’arte grazie anche alle visite ai musei che il padre era solito organizzare la domenica con i figli.
Un interesse che è diventato un lavoro. Wittgens, infatti, si laureò in Storia dell’Arte, insegnò per un paio di anni in alcuni licei fino ad essere assunta come “operaia avventizia” alla Pinacoteca nel 1928, grazie all’amico Mario Salmi. Da lì, riuscì subito a farsi notare, diventando in soli tre anni dalla prima assunzione, l’assistente di Ettore Modigliani, direttore della pinacoteca.
Il film, girato tra Roma, Civitavecchia e Milano, racconta la vita di Wittgens per concentrarsi sull’incontro con Modigliani perché è da quel momento in poi che la sua vita cambia.
Nel 1935 Modigliani fu sollevato dall’incarico perché antifascista. Fernanda Wittgens prende il suo posto e diventa, così, la prima donna a dirigere un museo, ossia la Pinacoteca di Brera.
A livello storico è un periodo molto particolare. È scoppiata la Seconda guerra mondiale e il compito da direttrice di Fernanda diventa più difficile di quanto immaginabile. Quando gli scontri si intensificarono, toccando anche Milano, Fernanda Wittgens si premurò di mettere in salvo i capolavori della Pinacoteca e di altri musei milanesi custodendoli in luoghi sicuri e rifugi antiaerei. Una scelta risultata azzeccata visto che nel 1943 la Pinacoteca è stata bombardata.
Non solo l’impegno sul fronte culturale, ma anche quello dal punto di vista umano. Fernanda Wittgens aiutò molti amici e parenti di origine ebraica ad attraversare il confine per evitare le persecuzioni razziali. Purtroppo, ci fu chi fece la spia e Wittgens fu arrestata e incarcerata prima a Como e poi a Milano.
Scontata la sua pena, Wittgens non rinnegò i suoi ideali e continuò a dedicare la sua vita all’arte. Si spense nel 1957, a soli 54 anni. Nel 2014 è stata nominata Giusta tra le Nazioni.
Il film, così, si trasforma in strumento per approfondire la vita di Fernanda Wittgens ma anche per ricordare l’importanza di rispettare l’arte e l’essere umano oltre ogni discriminazione.
Sandy Sciuto