Politica

Festival di Sanremo, sconfitto Salvini, Rula Jebreal ci sarà

Rula Jebreal sarà al festival di Sanremo.

La giornalista e scrittrice palestinese con doppia cittadinanza, israeliana e italiana, sarà una delle dieci conduttrici che saliranno sul palco del Teatro Ariston, durante Sanremo 2020, per affiancare (due per sera) Amadeus.

La decisione, dopo le polemiche dei giorni scorsi, è stata presa durante un incontro “chiarificatore” tra l’ad Rai, Fabrizio Salini, la direttore di Raiuno, Teresa De Santis, e il direttore artistico e conduttore del festival, Amadeus.

Il comunicato ufficiale della Rai

“Nel corso della riunione di aggiornamento sulla 70esima edizione del Festival di Sanremo tenuta oggi con la direttrice di Raiuno, Teresa De Santis e l’Amministratore delegato, Fabrizio Salini, è stato confermato il cast di ospiti proposto dal Direttore Artistico Amadeus che sarà presentato nel corso della conferenza stampa del prossimo 14 gennaio”, si legge in un comunicato diffuso dalla Rai.

La Jebreal dedicherà un momento di riflessione dal palco dell’Ariston alla violenza sulle donne.

Tema che la tocca particolarmente da vicino, visto che la madre della giornalista è morta suicida quando lei aveva cinque anni, in seguito alle violenze e agli abusi subiti.

“Se volete censurarmi, assumetevene la responsabilità”

La Jebreal, popolare in Italia per la partecipazione a molti talk show, aveva raccontato che, dopo aver cominciato a raccogliere, con lo staff della direzione artistica, i dati Onu e a preparare il monologo per la serata inaugurale era arrivato lo stop: l’Ufficio scritture della Rai aveva iniziato a tergiversare sul contratto e poi la giornalista aveva ricevuto una telefonata in cui le si chiedeva di rinunciare spontaneamente.

“Mi sono rifiutata – ha dichiarato – e gli ho mandato un messaggio scritto: se volete censurarmi dovete essere voi ad assumervene la responsabilità”.

La stampa di destra contro la giornalista israeliana

Sulla giornalista israeliana, dopo un giudizio del capo della Lega Nord Matteo Salvini che aveva ammonito, “Si vuole trasformare Sanremo in una tribuna elettorale”, si era scagliata la stampa di destra: “Libero”, per esempio, aveva giudicato “troppo pesanti i vecchi giudizi della giornalista su parte degli italiani (quelli che votano Lega e Fratelli d’Italia) definiti ‘razzisti'”.

Salvini convitato di pietra nella richiesta di censurarla?

Alla notizia della richiesta di fare un passo indietro, molti partiti avevano dichiarato di voler portare il caso in Commissione di Vigilanza, con il ministro M5s Stefano Patuanelli che aveva dichiarato: “Siamo al paradosso, non si vuole trasformare in tribuna politica il Festival di Sanremo, ma si opera una scelta di ‘esclusione politica preventiva’. Detta anche censura”.

Faraone, “Vergognoso diktat di Salvini”

E il capo dei senatori di Italia Viva, il palermitano Davide Faraone, aveva sottolineato come la Rai di Teresa De Santis, tv pubblica, si stesse piegando “al vergognoso diktat di Salvini”. Che alla fine era costretto a fare marcia indietro “Non occupo di Sanremo e di conduttrici, invitino chi vogliono”.

Che fosse lui il “mandante” lo aveva indirettamente confermato proprio la Jebreal, quando aveva dichiarato
“in Rai c’è un brutto clima e gli attacchi sono partiti da persone a lui vicine: cosa vuol dire essere italiani? Avere tutti la pelle dello stesso colore e le stesse idee?”.

Il precedente di Mahmood lo scorso anno

Lo scorso anno Salvini era stato al centro di una serie di polemiche quando aveva attaccato la canzone di Mahmood, “Soldi”, dicendo di preferire “l’italiano” Ultimo.

Poi, anche in quell’occasione, era stato costretto a far marcia indietro.