Dopo un’ora e passa di fitto colloquio la porta del “Purgatorio”, questa è la parentesi temporale istituzionale che trascorre ogni candidato a Chigi dentro la stanza del Presidente della Repubblica, si apre. Esce Zampetti e dichiara che la voluntas Giorgia ha fatto il governo, per buona pace altrui, e quindi la lista dei ministri è stata accettata. A quel punto dopo qualche minuto di suspence, che può rovinare aspirazioni ed ambizioni, esce Lei, quella giovane e volitiva donna bionda che legge con voce ferma la lista dei Ministri del primo gabinetto di destra della Storia Patria. Il Giorgia I.
Niente sorprese eclatanti qualche spostamento leggero di figure minori, il quadro è quello che si sussurrava nei giorni scorsi. Berlusconi ridimensionato in qualche figura di contorno. Salvini aveva già dovuto ingoiare il rospo della perdita dell’agricoltura, si consolerà con le navi della Guardia Costiera anche se forse dovrà incrociare le vele con Musumeci che ha avuto la delega al Mare oltre al Sud. Si preannuncia una Lepanto al largo di Lampedusa?
La nave ammiraglia del governo è comunque nelle salde mani della Donna Bionda. Il vero cambio epocale di un’Italia forse fino a ieri provinciale. Il tabù di genere era grande ed i mal di pancia maschili tanti. Con lei altre sei donne al governo, in posizioni non primarie. Su questo poteva osare di più, ma da donna di partito sapeva che avrebbe mandato completamente in tilt i neuroni di una classe dirigente molto più indietro di lei.
Domani, sabato, si giura con i vestiti giusti per l’occasione davanti a Mattarella, e dopo un pranzo domenicale gioioso in famiglia per i neo ministri, ed uno meno festoso per gli aspiranti trombati, lunedì si comincia. Dopo il Draghi I il Giorgia I. La volontà, confermata dal consenso elettorale, è stata grande. La prima Donna Premier è comunque un successo per tutti gli italiani. Poi ci saranno le bollette e vedremo.
Cosi è se vi pare.
Giovanni Pizzo