MILITELLO IN VAL DI CATANIA – Una ricca esposizione archeologica che ripercorre il rapporto tra l’uomo e gli equidi attraverso sculture, pitture, raffigurazioni, graffiti, bassorilievi, monete e mosaici. È il contenuto della mostra di Ambelia, a Militello in Val di Catania, che sarà possibile visitare durante la tre giorni, da oggi al 12 maggio, dedicata alla Fiera mediterranea del Cavallo.
Ospitata nei locali adibiti a frantoio e deposito della tenuta appartenuta alla famiglia Branciforte, e adesso di proprietà della Regione siciliana che ne ha curato il restauro, la mostra raccoglie reperti di grande valore che provengono dai più importanti musei archeologici siciliani.
“Nell’organizzare il più grande evento equestre del Sud Italia – afferma il governatore Nello Musumeci – non potevamo certamente trascurare l’elemento culturale: i quarantotto pezzi esposti accompagneranno il visitatore indietro nel tempo, presentando l’immagine del cavallo nelle sue rappresentazioni artistiche più pregevoli. E ciò nell’ottica di questo grande progetto che punta a rafforzare un segmento del turismo siciliano, oltre a tutelare, conservare e valorizzare la biodiversità animale dell’Isola”.
Organizzata secondo un criterio cronologico, la mostra illustra l’iconografia del cavallo presente nelle testimonianze archeologiche della Sicilia, dalla preistoria all’età romana.
“è un percorso coinvolgente – spiega Musumeci – accompagnato da un ricco catalogo che descrive tutti i reperti in esposizione: una pubblicazione di pregio che consentirà di conservare una preziosa testimonianza sia della storia della tenuta di Ambelia e del suo restauro, che dei preziosi reperti ospitati in questa occasione unica”.
Un excursus storico che inizia dalle raffigurazioni di equidi incise nelle grotte della Sicilia risalenti al Paleolitico superiore (12 mila anni fa) e si sofferma sulla straordinaria documentazione archeologica relativa alla colonizzazione dei greci e alla successiva conquista romana dell’Isola. “Il grande spirito di collaborazione mostrato in questa importante operazione culturale rende innanzitutto merito alla memoria del compianto Sebastiano Tusa – conclude il governatore – archeologo di fama internazionale e assessore che avevo scelto per la mia squadra di governo e che, fin dal primo momento, aveva condiviso l’iniziativa, intuendo la grande forza evocativa di questo viaggio dell’uomo e del cavallo attraverso i secoli”.