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I figli sono un bene che appartiene a tutti, l’Italia scommetta sulla vita

ROMA – La sfida alla denatalità e all’inverno demografico dell’Italia al centro della terza edizione degli Stati Generali della natalità l’11 e il 12 maggio a Roma.
Ospiti d’eccezione degli Stati generali, la mattina del 12 maggio, il premier Giorgia Meloni e Papa Francesco.

L’11 maggio ci saranno anche gli interventi dei politici Giuseppe Conte, Carlo Calenda, Francesco Lollobrigida, Matteo Salvini, Elly Schlein e Antonio Tajani.
“Da anni ci battiamo per portare il tema della denatalità all’attenzione della politica e al centro del dibattito pubblico – ha affermato Gigi De Palo, fondatore e presidente della Fondazione per la natalità e organizzatore degli Stati Generali -. Lo abbiamo fatto in passato, quando questo problema sembrava drammaticamente marginale nell’agenda politica del nostro Paese e continuiamo a farlo oggi, in un momento in cui finalmente l’attenzione dei cittadini e delle forze politiche sembra aver colto la portata del problema e l’impellenza di soluzioni concrete. Con gli Stati Generali vogliamo anche quest’anno dare vita ad un momento importate di riflessione e di confronto su questi temi, con l’obiettivo di trovare soluzioni condivise ed efficaci”.

L’immigrazione può essere una soluzione alla bassa natalità dell’Italia? No, secondo Gian Carlo Blangiardo, già presidente Istat: “È una componente importante se non è subita, ma governata e poi se i numeri sono tali se compatibili con quelli di un Paese di 60 mln di abitanti. L’immigrazione non è però risolutiva dal punto di vista delle nascite, perché abbiamo visto da 80mila nati stranieri nel 2012, siamo scesi a 54mila nel 2021, vuol dire che c’è un adattamento rapido al modello locale. È un contributo, una delle leve che si può tirare insieme però a tante altre”.

Ma se l’Italia è messa così male, nel resto dell’Europa com’è la situazione? “C’è una tendenza alla riduzione della fecondità, i dati dei 27 Paesi indicano una cascata verso la discesa della natalità – risponde -. Ma ci sono alcuni che stanno rialzando la testa: la Germania, l’Ungheria, la Slovacchia, la Romania. Sono paesi che hanno attivato alcune iniziative, ad esempio sui tempi della maternità favorendo iniziative che anticipino il primo figlio. Da noi si fa a 32-33 anni mentre – sottolinea Blangiardo – in questi paesi si è puntato a far scendere l’età dalla fine dei vent’anni. E poi aiutando il passaggio dal primo al secondo figli. è una strategia che dovremmo adottare anche in Italia”.

Gigi De Palo, presidente Fondazione per la Natalità

Natalità. In che modo bisogna affrontare l’inverno demografico?
“Anzitutto, occorre darsi un obiettivo serio, concreto e, soprattutto, verificabile: serve arrivare a 500 mila nascite l’anno per il 2033. Occorre una rivoluzione copernicana in tema di natalità: finora abbiamo sempre visto un figlio come un bene privato, che appartiene solo alla famiglia che lo mette al mondo. Non è così. Un figlio è un bene di tutta la comunità, perché permetterà di alimentare il sistema contributivo del Paese, lavorando e andando a pagare con le proprie tasse le pensioni e i servizi essenziali di cui noi, anagraficamente più grandi, usufruiremo. Le famiglie chiedono servizi. Va benissimo l’Assegno Unico-Universale, ma occorre un sistema integrato”.

Quali sarebbero, secondo lei, le strategie da adottare per cercare di cambiare rotta?
“Sono un disco rotto, ma mi permetta di fare anche qui un appello alle forze politiche: non dividiamoci! Su questo tema passa il futuro del Paese. Si stipuli un patto di non belligeranza e si dia avvio ad una stagione di misure trasversali che mettano tutti d’accordo sulle politiche familiari.È possibile! L’iter parlamentare dell’Assegno Unico-Universale lo ha dimostrato. Adesso abbiamo i fondi del Pnrr, è questa l’occasione affrontare il tema della trappola demografica. Ci hanno sempre detto che era un problema di risorse: oggi ci sono, questo alibi è caduto”.

Lei è il promotore degli “Stati Generali della Natalità” che si terranno a Roma l’11e 12 maggio. Quali le proposte?
“Anzitutto il primo risultato sarà, per la terza volta consecutiva, riuscire a porre tutti i ‘mondi’ del nostro Paese attorno a un tavolo e a ragionare su questi temi. Istituzioni, banche, spettacolo, associazionismo: siamo tutti convocati. In questa sede posso anticipare che concretezza verrà fuori dai panel. Ogni dibattito si concluderà con l’impegno a fare di più e meglio, ognuno nel proprio ‘pezzettino’ di realtà. Sicuramente dal mondo della politica e delle aziende ci aspettiamo tanto. Non possiamo più rimandare”. (bt)