Un confronto su questioni strutturali e non contingenti: ospite di questo Forum con il QdS, alla presenza del vice direttore, Raffaella Tregua, il presidente di Legacoop Sicilia, Filippo Parrino, accompagnato dalla direttrice Angela Maria Peruca.
Quante sono le vostre imprese associate e com’è strutturata Legacoop Sicilia?
“Le cooperative presenti sono 1.300 e di diversa tipologia. Come Legacoop, la Sicilia è la terza regione d’Italia ad avere più cooperative operanti nell’agroalimentare, anche per fatturato. Stiamo crescendo perché abbiamo messo in campo politiche per sostenere le nostre aziende. Ciò è avvenuto grazie anche al fondo mutualistico di Coopfond che, in questi anni, sta molto sostenendo le cooperative del Sud in termini di sviluppo, incremento e capitalizzazione dei soci. Le nostre cooperative, infatti, stanno investendo capitali propri negli ultimi anni e Coopfond li affianca”.
Dal punto di vista economico quali sono i settori d’impresa più importanti e rappresentativi della Sicilia?
“Sono aumentate le cooperative che operano nell’agroalimentare in modo importante. Si tratta di un settore da sempre vocazionale in Sicilia, che rappresenta un pezzo importante del nostro Pil. Tra l’altro, la produzione primaria è di due miliardi di euro e quattro miliardi di euro nei prodotti trasformati. In quest’ultimo settore, abbiamo delle eccellenze come Progetto Natura di Ragusa, ma ce ne sono anche nella pesca, negli ortaggi, eccetera. A parte è la questione del vino, perché rappresentiamo un’eccellenza di cui Legacoop ha alcune rappresentanze nell’associazione. Perciò è importante la politica di alleanze che stiamo realizzando con altri sodalizi, poiché riteniamo che dobbiamo fronteggiare una situazione ambientale critica così imponente che ha il suo punto centrale nella siccità. Il rischio, infatti, è che tali eccellenze non lo siano più negli anni. C’è però da dire che quando la politica parla di emergenza siccità, non si tratta di una vera e propria emergenza”.
Può spiegarci quest’affermazione?
“In un documento del 2020, l’Autorità di Bacino ha fatto pubblicare un piano dettagliatissimo dalla Regione siciliana che dimostra che dal 1921 al 2019 le piogge hanno subito, di anno in anno, una diminuzione secolare. L’Autorità ha proposto delle azioni dettagliate, anche queste con importi di spesa, ricadute di efficienza delle reti idriche, cambio dei condotti, eccetera. Non siamo quindi in presenza di un’emergenza ma di una continua omissione da parte della classe politica, che interviene sulle emergenze, quando il suo compito sarebbe di provvedere alla programmazione e alla relativa attuazione, anche in tempi brevi. Questa mancanza è scandalosa per la Legacoop. Ci sono degli impianti da realizzare per conto dei Consorzi di bonifica, provincia per provincia e non vengono fatti. D’altronde, la nostra Autorità di bacino è stata istituita con dieci anni di ritardo rispetto alle altre regioni e l’eliminazione dei Consorzi di bonifica richiede cento milioni di euro, per questo non sono stati cancellati. Quindi, non si deve parlare di emergenza, ma di mancato interesse della politica”.
Quali prospettive per le industrie siciliane stanno nascendo con i fondi Pnrr?
“Nel Pnrr ci sono stati i bandi per i Consorzi idrici, ma nessuno è passato nella Regione siciliana, per cui quei progetti non ricalcavano le linee guida del Ministero. Mi auguro che ce ne siano altri prossimamente. È vero, però, che quei progetti erano stati fatti prima del Pnrr e disponevano di altri finanziamenti. In realtà, secondo alcuni docenti universitari, la Sicilia paga le tasse, ma lo Stato non dà ciò che ci spetta. Il compianto professore Tulumello, per esempio, l’ha spiegato benissimo nei suoi libri. Il Nord Italia ha ricevuto, invece, tutti i finanziamenti che lo Stato ha scelto di dare, investendo in infrastrutture. La Sicilia non ha ricevuto nulla di paragonabile”.
Quali sono i vostri obiettivi per questo mandato?
“Abbiamo un gruppo dirigente fantastico, formato in prevalenza da donne capaci. La Legacoop fa la certificazione di genere alle cooperative e abbiamo un ufficio che si occupa di rilasciare le certificazioni. Il mio obiettivo sarà di parlare con la verità ai giovani e di rendere la Legacoop sostenibile senza sprecare risorse”.
In che modo vi state muovendo per fronteggiare le criticità in atto?
“Oggi le aziende che erano divenute d’eccellenza nella produzione del grano sono in netta difficoltà. Perciò, esistono modelli d’irrigazione moderni utilizzati dalle nostre realtà. Occorre cambiare puntando sulla sub irrigazione, che è rivoluzionaria per la Sicilia. Il sistema è già in prova in una nostra cooperativa nelle Madonie. Questa permette di irrigare in profondità e consente di calcolare meglio il consumo d’acqua necessario. Le colture e le piante, poi, vanno adeguate alle temperature odierne e occorre valorizzare i prodotti che resistono alla siccità, come il pomodoro siccagno, prodotto da una nostra cooperativa nelle Madonie. Ci sono anche i droni che avvisano quando è necessaria l’acqua. Vorrei, altresì, che la politica si rivolgesse di più alle Università che hanno valenti professori e ricercatori che sperimentano da anni colture più resistenti”.
Crede che l’eccessiva burocrazia rappresenti un elemento di freno per lo sviluppo delle imprese?
“Non me la prendo con i burocrati della Regione siciliana, perché abbiamo ottimi dirigenti e abbiamo un’ottima squadra nell’assessorato dell’Agricoltura. Perciò, possiamo prendercela con le leggi farraginose e con l’assenza di soldi per il cofinanziamento. Vero è che esistono le risorse da utilizzare, ma solo se ci mettono in condizione di spendere. In questa situazione, il Governo precedente ha notevoli responsabilità”.
Quali imprese nei settori industriali innovativi possono avere maggiori potenzialità di sviluppo?
“Esistono cooperative fatte da giovani e le stiamo vedendo sviluppare in tutti i settori. Tuttavia, ci sono alcune cooperative che costituiscono un motivo di orgoglio. Addiopizzo Travel, per esempio, che ha appena inaugurato Must 23 a Capaci, il primo museo virtuale delle stragi. Questo museo è interamente gestito da cooperative formate da giovani che vogliono educare alla legalità in un modo nuovo e innovativo. Penso anche alla cooperativa Rigenerazioni, conosciuta per i biscotti ‘Cotti in fragranza’, ormai nota anche fuori dal Carcere Malaspina, dove è nata. Quest’esperienza dimostra come un giovane possa essere recuperato con un progetto, non con la sola repressione. Inoltre, c’è la cooperativa Palma Nana, che gestisce una riserva, ma che va anche nelle scuole per fare educazione ambientale. Abbiamo, infine, in atto il progetto coop-start up che è un modello di promozione della Lega delle cooperative sostenuta dal nostro fondo mutualistico. Il progetto promuove la nascita di nuove cooperative e ne vengono sostenute tre, mentre le altre saranno aiutate con i nostri strumenti finanziari. In questo modo, si selezionano le idee, si creano cooperative, si formano i soci, si prepara il piano industriale, e le si accompagna con i nostri strumenti finanzia. CoopFond darà un contributo di 5 mila euro a progetto. La Sicilia è prima con 32 progetti presentati, di cui ne sono stati selezionati quindici. A settembre, poi, faremo partire un programma che tratterà l’innovazione tecnologica e i social network. Infatti, non possiamo parlare dei giovani se non si pensa alle innovazioni tecnologiche apparse negli ultimi anni. Per questo, abbiamo promosso Pico, una fondazione digitale che si occupa solo di innovazione digitale per le cooperative”.