Quali doni porteranno i deputati dell’Ars questo Natale ai siciliani? La domanda interessa tutti, ma qualcuno più di altri. Con un nuovo maxi-emendamento all’orizzonte immaginare che la nuova legge finanziaria, che dalla prossima settimana approderà all’Ars a Palazzo dei Normanni, sarà esente da mancette sarebbe eccessivamente da ottimisti. O, se si preferisce, da ingenui.
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Il caso Auteri – divenuto simbolo dell’opinabile gestione delle risorse pubbliche in seguito alla copertura mediatica ricevuta, ma non poi così differente dalle scelte fatte da buona parte degli altri onorevoli in questi due anni di legislatura, a volersi soffermare sull’era Schifani – ha portato a scoprire ciò che in realtà è da anni sotto l’occhio di tutti e che richiama il modo stesso di concepire la politica.
In Sicilia e non solo, ma nell’isola in particolare, la strategia migliore per ottenere e preservare il consenso attorno a sé è quella di alimentare la percezione da parte dell’elettorato di quanto sia importante avere un deputato originario del proprio territorio. Perché sarà a lui – e a nessun altro, nonostante sulla carta i 70 inquilini di sala d’Ercole siano chiamati ad amministrare le sorti della Sicilia nella sua totalità – che si potrà fare riferimento quando ci sarà da sollevare le tantissime piccole e grandi questioni che affliggono la vita quotidiana, tra acqua che non arriva, spazzatura sulle strade e un’economia che annaspa come sempre. Allo stesso tempo, sarà proprio il deputato di fiducia, quello che arriva dal proprio territorio, colui che all’occorrenza riuscirà a far piovere da Palermo un contributo per l’organizzazione di una sagra, di una festa di paese e, perché no, di un concerto di capodanno.
In questo dare e avere, annacquato dalla speranza di chi vive confidando nei politici più che nella politica, a essere tirati in ballo non sono quasi mai profili di illiceità, pressoché sempre quelli dell’opportunità. E dell’etica, anche se – come ammesso al Quotidiano di Sicilia da uno dei 70 deputati, a patto di rimanere anonimo – “chi fa politica non può parlare di moralità”.
Anche se a differenza della finanziaria all’Ars dello scorso anno, la prima esitata in tempi utili per evitare dopo tantissimo tempo il canonico ricorso all’esercizio provvisorio, e della manovra della scorsa estate in questi giorni c’è stato chi ha fatto sapere pubblicamente di storcere il naso – come il Movimento 5 Stelle, che ha chiesto di vedere il testo con congruo anticipo prima di votarlo ma che comunque alla fine con molta probabilità contribuirà con le proprie proposte, e il Pd che in commissione Bilancio è stato il più fermo nelle proprie posizioni –, la legge finanziaria ruoterà anche quest’anno attorno a un testo scarno a cui sarà appoggiato un maxi-emendamento che conterrà tutti i provvedimenti cari ai deputati.
L’indicazione arrivata dal governo Schifani e che ha trovato piena accoglienza nel presidente dell’Ars Gaetano Galvagno è stata quella di fare in modo di concertare un testo che possa rimanere blindato più a lungo possibile nell’interessi di tutti. A maggior ragione dopo il caso Auteri, le probabilità che i giornali si fiondino sulle tabelle che conterranno i nomi dei beneficiari dei fondi sono altissime. E se lo stesso Auteri, che dopo lo scandalo dei fondi alle associazioni riconducibili a persone a lui vicine ha lasciato il gruppo di Fratelli d’Italia passando al misto, a caldo si è difeso ricordando che in Sicilia si è sempre fatto così, non è semplice immaginare improvvisi cambiamenti.
Ciò che ieri trapelava dai corridoi di Palazzo dei Normanni parla ancora una volta di una ripartizione dei fondi in maniera più o meno equa tra i singoli deputati, con l’opposizione che dovrebbe ambire a una somma tra i 600mila e i 700mila euro a onorevole, mentre agli esponenti della maggioranza la fetta di torta sarà non doppia ma di sicuro decisamente più corposa. Per quanto riguarda gli interventi da finanziare l’importo minimo dovrebbe essere di 25mila euro.
Il termine per presentare ognuno le proprie proposte non è stato fissato ufficialmente, ma ogni partito conta di recapitarle entro sabato. L’obiettivo è quello di arrivare a inizio della prossima settimana con il maxi già definito, in modo da affrontare in aula la discussione del disegno di legge con ritmi compatibili per giungere all’approvazione della finanziaria entro l’anno.
Per l’Ars significherebbe bissare il risultato, per nulla scontato, raggiunto lo scorso anno, ma anche il modo per far sì che le eventuali polemiche vengano attutite tra brindisi natalizi e botti di capodanno.