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Finanziaria balneare, quel tortino da 50 milioni che i deputati dell’Ars sono già pronti a spartirsi

PALERMO – Un unico maxi-emendamento da portare direttamente in aula e con cui sostanzialmente concludere i lavori parlamentari prima della pausa agostana. È il piano dell’Assemblea regionale siciliana in vista della nuova manovra finanziaria che servirà a gestire il tesoretto che la Regione si è accorta di avere grazie al maggiore gettito derivante dall’Irpef. Sul piatto ci sono 160 milioni di euro che, per circa due terzi, dovrebbero andare a disinfiammare le criticità in cui versano i Comuni che si trovano a convivere con piani di riequilibrio o, peggio, dissesti finanziari. Il resto, invece, servirà nuovamente a foraggiare iniziative provenienti dai singoli deputati, riaprendo una volta di più il dibattito tra coloro che le chiamano marchette e chi invece rivendica il diritto di prendersi cura dei territori di cui si è originari. Gli stessi che, va da sé, molto spesso rappresentano il bacino di consenso più forte per gli onorevoli regionali.

Il disegno di legge, che la prossima settimana approderà in commissione Bilancio e che per questo è suscettibile di variazioni, prevede al momento lo stanziamento di 15 milioni di euro da ripartire, in maniera proporzionale al numero di abitanti, tra gli enti locali come contributo per i piani di riequilibrio finanziario e per contenere il peggioramento del disavanzo di amministrazione.

Per le Città metropolitane – le ex Province di Palermo, Messina e Catania – che si trovano nelle medesime condizioni l’intenzione è quella di stanziare due milioni di euro. Ai Comuni con popolazione fino a 15mila abitanti e che si trovano in dissesto finanziario l’aiuto dovrebbe invece tradursi in un contributo – da ripartire in parti uguali tra i beneficiari – del valore complessivo di dieci milioni di euro, da usare per la “compartecipazione economica alla liquidazione e pagamento delle masse passive e dei servizi essenziali erogati”.

Il disegno di legge, infine, prevede interventi in materia di consorzi di bonifica (contributi sono previsti per Enna e Palermo), servizio civile universale e sostegno ai pescherecci che a dicembre 2022 sono stati economicamente danneggiati dal fermo biologico.

Il resto della partita, quella più interessante, vedrà protagonisti i singoli deputati. L’orientamento, ancora una volta, è quello di assegnare 300 mila euro a testa per i rappresentanti dell’opposizione e 600mila per i componenti della maggioranza. Come verranno utilizzate queste risorse non è ancora chiaro, ma, stando a quanto appreso dal Quotidiano di Sicilia, l’idea sarebbe quella di inserire tutto in un maxi-emendamento da presentare quando il ddl sarà già in aula, evitando così che le singole proposte di finanziamento possano arenarsi davanti all’esame della commissione Bilancio.

Un percorso di questo tipo porterebbe al raggiungimento anche di un obiettivo di altra natura: evitare l’insorgere di polemiche – considerata l’eco che questo tipo di iniziative ha avuto in passato sugli organi di informazione – sulle singole istanze. In tal senso, fare in modo che l’emendamento – “la solita lenzuolata”, è il commento che arriva a microfoni spenti – finisca direttamente a sala d’Ercole ridurrebbe le possibilità di sapere in anticipo, a meno di indiscrezioni e fughe di notizie, come verrà spesa la cinquantina di milioni che si pensa di far finire sui territori.

L’accordo tra i partiti dovrebbe essere tale da portare all’inserimento di proposte che abbiano come destinatari soltanto gli enti locali e non più associazioni e comitati vari. Un modo che sulla carta dovrebbe impedire il finanziamento di iniziative sospettate di essere vere e proprie marchette per clientes e fedelissimi.

Per capire come andrà a finire bisogna attendere la discussione in aula. Quel che si può dire al momento è che davanti a un unico maxi-emendamento ogni deputato regionale, a prescindere dalla propria appartenenza alla maggioranza o all’opposizione e dall’apprezzamento o meno dei progetti da finanziare, sarà pressoché costretto ad accettare il pacchetto completo dei contributi così come concepito. Votare contro, infatti, significherebbe rischiare di affossare anche i propri progetti. Uno scenario surreale anche per l’Assemblea regionale siciliana.